Gialle e rosse de l'acacia, senza vento una si toglie:
E con fremito leggero
Par che passi un'anima.
Velo argenteo par la nebbia su 'l ruscello che gorgoglia, 5
Tra la nebbia ne 'l ruscello cade a perdersi la foglia.
Che sospira il cimitero,
Da' cipressi, fievole?
Improvviso rompe il sole sopra l'umido mattino, 9
Navigando tra le bianche nubi l'aere azzurrino:
Si rallegra il bosco austero
Già de 'l verno prèsago.
A me, prima che l'inverno stringa pur l'anima mia 13
Il tuo riso, o sacra luce, o divina poesia!
Il tuo canto, o padre Omero,
Pria che l'ombra avvolgami!
Da un albero di acacia il cui fogliame è ancora verde, non del tutto ingiallito, una foglia si stacca senza che ci sia vento. E cadendo lentamente muove l'aria come se passasse un'anima. La nebbia cala sul ruscello ricoprendolo come un velo d'argento, e la foglia si perde alla vista mentre cade nel ruscello. Il vento stormisce fra i cipressi e sembra che il cimitero sospiri debolmente. In quel mattino nebbioso, all'improvviso il sole si affaccia nell'azzurro del cielo, fra le nuvole bianche e anche il bosco, ormai spoglio per l'inverno che si sta avvicinando, viene riscaldato e illuminato dal sole. Il poeta chiede alla luce del sole creata da Dio di essere rallegrato dal suo calore visto che ormai è vecchio e chiede al poeta Omero, padre della poesia, che gli dia l'ispirazione per comporre ancora versi prima che la morte lo colga.
ANALISI METRICA
La lirica è composta da quattro quartine (quattro strofe di 4 versi ciascuna, totale 16 versi) formate da due doppi ottonari, un ottonario semplice e un settenario. Lo schema rimico è AABC DDBE FFBG HHBI. La lirica è composta in metrica mista (barbara e classica)
Anastrofe: vv. 1/2 "Da quel verde... una si toglie"
Metafora: v. 10 "Navigando" (il movimento del sole nel cielo viene visto come una barca che naviga nel mare)
Personificazione: v. 7 "Che sospira il cimitero" - v. 11 "Si rallegra il bosco austero"
COMMENTO
La lirica fa parte della raccolta "Rime e Ritmi" e viene scritta dal poeta in età avanzata, nel 1895.
La lirica fa parte della raccolta "Rime e Ritmi" e viene scritta dal poeta in età avanzata, nel 1895.
L'ambientazione è quella di un cimitero (La Certosa è il cimitero di Bologna) e questo si lega strettamente alla tematica della poesia: la vecchiaia e la morte che si avvicina.
Il paesaggio autunnale riflette appunto lo stato d`animo del poeta che sente la fine ormai vicina e nonostante ciò vuole cercare di godere delle ultime possibilità che la vita gli dà: avere ancora l'ispirazione per comporre versi. Tra la vegetazione segnata dalla stagione autunnale, il verde resiste in modo ostinato, anche
se su di esso incombe la tristezza della sua prossima fine. La lirica è giocata su sensazioni visive molto forti: il verde, il giallo e il rosso delle foglie, l'argento della nebbia, l'azzurro del cielo, il bianco delle nubi caratterizzano in modo vivido l'ambiente e sottolineano ancora di più il contrasto con la stagione fredda che sta per arrivare. L’invocazione ad Omero, poeta
della giovinezza del Carducci, allieta la sua anima dolente prima della morte, come il sole
rallegra il bosco presago dell’inverno. Nella poesia ritroviamo alcuni temi cari a Carducci: la funzione della poesia, come unico baluardo contro l'oblio e la dimenticanza. La morte, che tutto cancella, può essere sconfitta dalle opere dell'uomo che restano a testimonianza della sua vita e del suo passaggio in questo mondo. La tematica ricorda certamente Ugo Foscolo che attribuiva un significato molto simile alla letteratura e all'arte in generale.
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