Raccolta di domande con relativa risposta su Francesco Petrarca per prepararsi ad un'interrogazione o ad una verifica scritta.
1) Che cosa cerca Petrarca nei classici, tanto amati e studiati?
Per Petrarca gli studi classici servono a interpretare il presente, a riflettere sul destino dell’umanità, a praticare valori e rapporti umani più autentici e positivi, come la libertà, la giustizia, la pace.
2) Differenza principale tra Dante e Petrarca
Dante rappresenta l’intellettuale cittadino, dedito ad un attivo impegno politico e legato agli schemi medioevali; Petrarca invece è l’intellettuale cosmopolita, legato a nessuna tradizione municipale e aperto a nuove conoscenze. Il contesto storico-politico degli anni in cui hanno vissuto Dante e Petrarca delinea anche il loro modo di essere, la loro visione del mondo che poi è rispecchiata nelle loro opere.
Dante è dotato di un sapere enciclopedico e questo lo notiamo soprattutto nelle sue opere: la Commedia, la sua opera più importante nella quale tratta innumerevoli temi; le Rime, in cui esprime la sua passione per la conoscenza e le difficoltà per raggiungerla; il Convivio, dove vengono trattati svariati argomenti. Petrarca, invece, concentra la sua produzione scritta sull’uomo, in particolare su sé stesso e sul proprio dissidio interiore (come fa ad esempio nel Canzoniere). La condizione di peccatore del poeta, insicuro e tormentato, è di valore universale: la condizione poeta rispecchia anche la condizione dell’uomo di quel periodo storico.
4)Come ha influito la morte di laura sulla poetica petrarchesca?
Il periodo 1347-1348 fu un periodo costellato di eventi funesti per Francesco Petrarca. Dopo la scomparsa di Giovanni Colonna, morì anche Laura, stroncata dalla peste ad Avignone nel luglio del 1348. Quando ne ebbe notizia Petrarca si trovava a Verona. È difficile stabilire quanto questi eventi abbiano inciso sull’animo di Francesco, ma essi ebbero una forte valenza simbolica, di frattura e di passaggio da una stagione all’altra della vita, che lo indussero a comprendere di essere giunto a un momento esistenziale decisivo.
5)Perché Petrarca rifiuta la filosofia scolastica per abbracciare il pensiero agostiniano?
Perché la filosofia scolastica costruita sul modello aristotelico aveva la pretesa di catalogare tutte le manifestazioni della realtà (compreso Dio) in degli schemi aridi e fissi. Per Petrarca queste catalogazioni di dottrine nn hanno senso in quanto pensava che la vera essenza della filosofia fosse la ricerca interiore dell'individuo tramite la quale potrà raggiungere un'armonia, superando i conflitti dell'animo. Quindi, mentre Dante ha fiducia in un ordine unitario e fonda il suo pensiero sulla filosofia della Scolastica, prendendo come punto di riferimento S. Tommaso, Petrarca fonda il suo pensiero sulla filosofia che pone l’uomo al centro della sua indagine e che studia la sua interiorità, così si affida al pensiero di S. Agostino che cita anche nella sua opera Secretum, delineandolo come l’uomo che lo aiuta a raggiungere la salvezza eterna nel suo continuo dissidio interiore tra i piaceri terreni e l’elevazione spirituale.
Dante è dotato di un sapere enciclopedico e questo lo notiamo soprattutto nelle sue opere: la Commedia, la sua opera più importante nella quale tratta innumerevoli temi; le Rime, in cui esprime la sua passione per la conoscenza e le difficoltà per raggiungerla; il Convivio, dove vengono trattati svariati argomenti. Petrarca, invece, concentra la sua produzione scritta sull’uomo, in particolare su sé stesso e sul proprio dissidio interiore (come fa ad esempio nel Canzoniere). La condizione di peccatore del poeta, insicuro e tormentato, è di valore universale: la condizione poeta rispecchia anche la condizione dell’uomo di quel periodo storico.
3) Molti individuano in Petrarca il primo vero intellettuale moderno. Perché?
In quanto egli pone al centro delle sue tematiche il proprio dissidio interiore, o anche in modo generalizzato, l'uomo e i suoi problemi, curandosi meno della vita politica.
4)Come ha influito la morte di laura sulla poetica petrarchesca?
Il periodo 1347-1348 fu un periodo costellato di eventi funesti per Francesco Petrarca. Dopo la scomparsa di Giovanni Colonna, morì anche Laura, stroncata dalla peste ad Avignone nel luglio del 1348. Quando ne ebbe notizia Petrarca si trovava a Verona. È difficile stabilire quanto questi eventi abbiano inciso sull’animo di Francesco, ma essi ebbero una forte valenza simbolica, di frattura e di passaggio da una stagione all’altra della vita, che lo indussero a comprendere di essere giunto a un momento esistenziale decisivo.
5)Perché Petrarca rifiuta la filosofia scolastica per abbracciare il pensiero agostiniano?
Perché la filosofia scolastica costruita sul modello aristotelico aveva la pretesa di catalogare tutte le manifestazioni della realtà (compreso Dio) in degli schemi aridi e fissi. Per Petrarca queste catalogazioni di dottrine nn hanno senso in quanto pensava che la vera essenza della filosofia fosse la ricerca interiore dell'individuo tramite la quale potrà raggiungere un'armonia, superando i conflitti dell'animo. Quindi, mentre Dante ha fiducia in un ordine unitario e fonda il suo pensiero sulla filosofia della Scolastica, prendendo come punto di riferimento S. Tommaso, Petrarca fonda il suo pensiero sulla filosofia che pone l’uomo al centro della sua indagine e che studia la sua interiorità, così si affida al pensiero di S. Agostino che cita anche nella sua opera Secretum, delineandolo come l’uomo che lo aiuta a raggiungere la salvezza eterna nel suo continuo dissidio interiore tra i piaceri terreni e l’elevazione spirituale.
6)Perché Petrarca viene considerato il precursore dell'Umanesimo?
Per il grande interesse nel recupero delle opere classiche(latine e greche). Gli umanisti infatti avevano un grande amore per la filologia e proprio per questo Petrarca può essere considerato un loro precursore. Egli dedica la propria intera vita a questi studi, come già il Boccaccio; ma un altro fatto che lo contraddistingue come uno dei primi umanisti è che fu uno dei primi ad essere intellettuale ospite delle corti, per cui viaggia di città in città, al contrario di Dante che invece è stato sempre legato alla sua città natale Firenze.
7) Differenza tra le rime in vita e le rime in morte di Laura nel Canzoniere di Petrarca
Le rime in vita di Laura: ella viene descritta come angelo ma indifferente alla passione del poeta. Petrarca è tormentato interiormente e alterna gioia a crisi(dissidio tra il desiderio d'amore e l'ideale ascetico)
Le rime in morte di Laura: ella è mite e compassionevole verso Petrarca che prova nostalgia per lei ed è addolorato per la sua morte.
Le rime in vita di Laura: ella viene descritta come angelo ma indifferente alla passione del poeta. Petrarca è tormentato interiormente e alterna gioia a crisi(dissidio tra il desiderio d'amore e l'ideale ascetico)
Le rime in morte di Laura: ella è mite e compassionevole verso Petrarca che prova nostalgia per lei ed è addolorato per la sua morte.
8) Il sentimento dell'accidia in Petrarca
L'accidia è la mancanza di volontà e per quanto riguarda Petrarca si riferisce al fatto che il poeta non riesce ad amare Dio soltanto, perchè è troppo legato al concetto di amore "terreno", l'amore verso Laura che ostacola il suo cammino spirituale verso Dio. Petrarca non ha la forza di volontà e si arrende alla sua natura di peccatore.
9) Perché Petrarca è detto l'uomo del dubbio?
Perché fino alla morte è stato turbato da un profondo dissidio che si riflette nel contenuto delle sue opere: il dissidio fra i beni terreni e i beni ultraterreni, l'amore per Laura e l'amore per Dio. Non riesce a rinunciare a nessuno dei due. Solo nello scrivere sembra trovare un po' di pace, ma il suo animo resta per sempre tormentato.
10) Perché Petrarca è detto l'uomo della crisi?
Petrarca è segno ed emblema della crisi della sua epoca: il 1300 rappresenta la crisi di quei valori religiosi, culturali ed umani, che avevano caratterizzato il Medioevo.
Ci stiamo avvicinando al Rinascimento, ad una nuova concezione dell'uomo, ad un suo rinnovato rapporto con Dio. Petrarca è la punta che segna lo spartiacque tra il mondo tutto medievale di Dante e quello pre-umanista di Boccaccio, tra la perfezione del mondo teocentrico della divina commedia del primo e il caos antropocentrico, individualistico, della commedia umana del secondo. Il passaggio dall'una all'altra concezione con Petrarca ancora non è avvenuto.
Petrarca condusse una intensa vita mondana, ricca di incontri, feste e divertimenti, incominciando anche a mettersi in luce per il suo talento letterario. Nel 1330 entrò al servizio del cardinale Giovanni Colonna come cappellano di famiglia, carica che fra l’altro gli consentì di intraprendere numerosi viaggi nella Francia settentrionale, in Renania e nelle Fiandre (a Liegi scoprì nel 1333 l’orazione ciceroniana Pro Archia, inizio fortunato di tante altre scoperte umanistiche). L’amore per i viaggi rivela fra l’altro la sua indole cosmopolita, aliena dal municipalismo di molti suoi contemporanei, e una inclinazione a conoscere e a sperimentare ambienti sempre nuovi e diversi che non lo abbandonò mai, neppure nella vecchiaia.
12) Indica i motivi polemici anti ecclesiastici presenti nelle opere petrarchesche, segnalando il rapporto che l'autore ebbe con la curia avignonese.
Nel 1330 Petrarca entra negli ordini ecclesiastici minori facendo voto di celibato e diventa cappellano della famiglia del vescovo Giovanni Colonna, viaggiando in varie parti d'Europa.
Nel 1335 scambia una fitta corrispondenza col Papa (che allora aveva la sua sede ad Avignone) in riferimento alle rivolte in Italia e chiedendo il suo ritorno a Roma. Pur svolgendo importanti incarichi all'interno della Chiesa, Petrarca si sentì spesso in contrasto con l'ambiente ecclesiastico e culturale di Avignone ed infatti scrisse anche scrive poesie anticlericali contro la corruzione della curia di Avignone, città francese che descrive come un ricettacolo di vizi e che diviene per Petrarca simbolo dell’espiazione che deve attuare la Chiesa in un esilio lontano dalla patria, nuova Babilonia
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