Spesso, per ritornare alla mia casa
Prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
Qualche fanale, e affollata è la strada.
Prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
Qualche fanale, e affollata è la strada.
Qui tra la gente che viene che va
Dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
Che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
Che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.
Qui degli umili sento in compagnia
Il mio pensiero farsi
Più puro dove più turpe è la via.
PARAFRASI Il mio pensiero farsi
Più puro dove più turpe è la via.
Spesso per tornare a casa, imbocco un vicolo buio della città vecchia.
La luce gialla dei lampioni si riflette nelle pozzanghere, la strada è affollata.
In mezzo al viavai della gente, che va dall'osteria verso casa o verso il bordello, dove le merci e gli uomini sono come rifiuti (detrito) di un grande porto di mare, io ritrovo l'infinito nelle cose umili.
La prostituta e il marinaio, l'anziano che bestemmia, la donna che litiga, il soldato di cavalleria (dragone) davanti al negozio del venditore di cibi fritti, la giovane impazzita d'amore; tutti loro sono creature nate dalla vita, dal dolore. In esse vive Dio, come vive dentro di me.
In mezzo a queste persone umili sento la mia anima diventare tanto più pura quanto più è immorale la strada.
ANALISI METRICA
Sono tre strofe costituite da versi imparisillabi (endecasillabi, settenari, quinari, trisillabi) legati in vario modo da rime e assonanze. (non c'è un vero e proprio schema metrico, ma non è nemmeno una lirica in versi liberi)
La prima strofa è è una quartina, la seconda è formata da quindici versi, la terza è una terzina.
La poesia ha un ritmo lento all'inizio, scandito da segni di interpunzione. In corrispondenza dell'undicesimo verso (al centro del componimento) si ha un' accelerazione del ritmo per poi rallentare di nuovo prima della terzina finale
FIGURE RETORICHE
Anastrofe: vv. 3-4 "giallo.... fanale" - v. 7 "son merci ed uomini il detrito" - v. 19 "s’agita in esse, come in me, il Signore"
Enjambement: vv. 3-4 "si specchia/qualche fanale"
Anafora: vv. 1-5-11 "qui" ripetizione dell'avverbio
Assonanza: vv. 1-4 "casa-strada" vv. 5-10 "va-umiltà"
Antitesi: v. 5 "viene-va" e v. 22 (ultimo verso) "puro-turpe"
Enumerazione: dal v. 11 introdotta dal "qui" elenco di personaggi: "prostituta, marinaio, vecchio, femmina, dragone, giovane..."
Iperbole: v. 15 "tumultuante giovane impazzita d'amore"
Espressione ossimorica: vv. 10-11 "l'infinito nell'umiltà" (non un vero e proprio ossimoro)
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