Thursday, September 3, 2015

ANALISI QUADRO LA CITTA' IDEALE

Il quadro “La città ideale”, dipinto durante il periodo del Rinascimento, è una tavola in legno che misura 70 cm di altezza per quasi 2m e 40cm di larghezza ed è conservato presso La Galleria Nazionale delle Marche, ad Urbino.


L’opera raffigura una grande piazza su cui si affacciano molti edifici, alcuni di tipo religioso, altri dal carattere civile. Sulla piazza spiccano, in posizione simmetrica, due pozzi o forse fontane, mentre al centro è collocato un edificio religioso a base circolare, sormontato da una croce.
Sui lati della piazza sono invece raffigurati una serie di edifici, molto curati dal punto di vista architettonico.
Ad un primo esame, la natura è poco presente nel quadro, se non per le colline che si intravedono sullo sfondo. In realtà, guardando bene, ci sono diversi elementi naturali nell’opera, che sono stati ben nascosti dall’autore. Ad esempio, al primo piano del primo edificio a destra sono state dipinte due colombe, mentre a sinistra, all’altezza del terzo edificio, è possibile riconoscere un giardino rialzato.

Oltre a questo, diverse piante in vaso e rami verdeggianti punteggiano l’architettura qua e là. Proprio questi particolari ci fanno capire che la città deve essere abitata da qualcuno, perché altrimenti, non comparendo alcuna figura umana nell’opera, si sarebbe potuto pensare ad una città abbandonata o, comunque, non abitata.
Il colore dominante è il bianco, che è presente in varie sfumature dall’azzurro al rosa chiaro al beige.
Solo il marrone delle decorazioni in pietra di alcuni edifici fa da contrasto a questa impressione di generale biancore.
Ancora oggi, nonostante le molte ricerche e i molti studi compiuti sull’opera, non è stato possibile individuare chi sia l’autore dell’opera. Si è ipotizzato che potesse essere l’architetto Luciano Laurana, il noto pittore Piero della Francesca o anche l’architetto Leon Battista Alberti.
Oltre a questo molti altri misteri circondano il dipinto di Urbino: intanto ci si è chiesti per quale scopo venne dipinto e quale fosse la sua funzione.
Secondo alcuni studiosi, la tavola doveva servire come scenografia in un teatro, secondo altri era invece la rappresentazione pittorica delle correnti filosofiche di quel periodo.
C’è però anche un mistero legato alla data di realizzazione dell’opera: un critico moderno, infatti, Federico Zeri, ha scoperto, dipinto su di un edificio, il numero 149. Si è quindi pensato che “La città ideale” sia stata realizzata proprio nell’anno 1490.
Resta comunque fitto l’enigma che da sempre ha caratterizzato questo quadro e che ha affascinato sia gli studiosi sia i semplici osservatori, dal Rinascimento fino ad oggi.




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