Iscritto a medicina più per volere del padre che per scelta propria, dopo alcuni anni abbandona questa disciplina per dedicarsi agli studi scientifici che lo avevano sempre appassionato.
In questo periodo scrive il trattato "La Bilancetta" in descrive il perfezionamento della bilancia idrostatica, strumento già ideato da Archimede. .
Nel 1589 inizia a insegnare matematica presso l'Università di Pisa e intanto compie esperimenti di meccanica, costruendo il termoscopio e ideando il compasso geometrico.
Venuto a conoscenza dell'esistenza del cannocchiale, costruito per la prima volta da un olandese, lo perfezione e lo presenta al governo veneziano come propria invenzione.
Nel 1610 pubblica il "Sidereus Nuncius" nel quale enuncia le sue scoperte astronomiche: le macchie solari, le fasi di Venere e la scoperta dei quattro satelliti di Giove che lui chiama "pianeti medicei" in onore di Cosimo II de' Medici a cui l'opera è dedicata. Nello stesso anno viene chiamato dal governo fiorentino come "matematico primario" ricevendo uno stipendio di mille scudi l'anno.
Il suo appoggio alle teorie copernicane, però, gli attira le critiche della Chiesa e, tra il 1611 e il 1615, Galileo scrive le "Lettere copernicane" in cui cerca di far concordare la sua visione copernicana dell'Universo con le Sacre Scritture.
Nonostante questo riceve l'ammonizione da parte del Cardinale Bellarmino che gli vieta di diffondere le teorie di Copernico.
Nel 1623 pubblica il trattato "Il Saggiatore" scritto in forma di lettera e nato da una disputa con il padre gesuita Orazio Grassi circa l'origine delle comete.
Nel 1633 pubblica il "Dialogo sui due massimi sistemi del mondo", nel quale la teoria copernicana e tolemaica vengono messe a confronto. L’Inquisizione lo condanna per eresia, obbligandolo ad abiurare pubblicamente, mentre tutte le sue opere vengono inserite nell’Indice dei libri proibiti.
Condannato agli "arresti domiciliari" ad Arcetri, vicino a Firenze, vecchio, malato e quasi cieco, prosegue nel suo lavoro e nei suoi studi, spegnendosi nella notte dell'8 gennaio del 1642, all'età di 77 anni.
molto utile
ReplyDeleteutile
ReplyDeletec'è u coviddii
ReplyDeletegrazie per il compito di domani
ReplyDelete