Al campo, dove roggio nel filare
qualche
pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,
arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra paziente;
ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s’ode
il suo sottil tintinno come d’oro.
Parafrasi
"Buoi al carro" - Giovanni Fattori |
Analisi metrica E' un madrigale, cioè un componimento di origine antica, nato come poesia popolare, di argomento amoroso e di ambientazione campestre, che subì nel tempo molte variazioni sia nello stile che nei contenuti.
Questo madrigale in particolare è composto da due terzine (di endecasillabi) seguiti da una quartina (anch’essa di endecasillabi). Le rime sono incatenate nelle due terzine e alternate nella quartina. Lo schema metrico è: ABA CBC DEDE.
Figure retoriche
Enjambements: vv. 2-3= "dalle fratte/sembra", vv. 3-4= "fumare, / arano"
Ripetizione: v. 4 "lente grida - lente vacche": la ripetizione della parola "lente" sottolinea la calma, la lentezza del lavoro del contadino. L'idea di un lavoro che si svolge con metodo e serenità è suggerita anche dalla parola "paziente" al v. 6
Ipallage: v. 6= "marra paziente" (trasferisce l'aggettivo paziente, qualità umana del contadino, all'oggetto, la marra, cioè la zappa)
Sinestesia: v. 4= "lente grida" e v. 10= "sottil tintinno"
Ellissi: v. 9= "e il pettirosso" = c'è ellissi del verbo "spia" (anche il pettirosso come il passero spia il lavoro dei contadini dalle siepi)
Onomatopea: v. 10 "tintinno" riproduce foneticamente il suono delle monete
Similitudine=v. 10 "come d'oro"
Analisi e commento
La poesia fa parte della raccolta "Myricae" e descrive una scena rurale: un campo dove alcuni contadini lavorano la terra, osservati da un passero e da un pettirosso che aspettano di poter beccare i semi rimasti scoperti dalla semina. Il paesaggio è tipicamente autunnale: lo si capisce da quella nebbiolina che sale dai cespugli e, soprattutto, dalle foglie di vite che spiccano per il colore rosso nei filari (colore tipico delle foglie in autunno) e anche dai rami del gelso che sono "irti", cioè spogli.
Ogni gruppo di versi ha un proprio nucleo tematico: nella prima terzina Pascoli descrive il paesaggio utilizzando soprattutto sensazioni visive (roggio, brilla, nebbia, fumare).
Nella seconda terzina invece si concentra sul lavoro dei contadini e, in questo caso, le sensazioni sono più di tipo uditivo (le grida "lente", il rumore della mazza sulla terra). Nella quartina finale Pascoli introduce due nuovi personaggi: il passero e il pettirosso che, dalle rispettive posizioni, attendono pazientemente di poter approfittare della semina.
Il linguaggio è tipicamente pascoliano, ricco di suggestioni visive e auditive.
La sintassi è semplice, con l'utilizzo di termini ricercati (roggio) e tecnici propri del mondo contadino come "marra" o legati alla botanica (il "moro"per il gelso).
L'impressione generale che si ricava è di profonda malinconia: tutto è grigio, uniforme, avvolto dalla bruma autunnale. Solo pochi tocchi di colore intervengono a spezzare questa monotonia visiva come ad esempio il rosso delle foglie di vite nel primo verso. Anche il lavoro dei contadini assume un tono cadenzato e monotono, che si ripete sempre uguale: le grida sono lente, il battere la terra è paziente. Pascoli trasmette l' idea di una natura placida, assonnata dove solo due creature sono vigili e attente, i due uccellini che spiano interessati ciò che accade nel campo.
salve, ho una domanda Termini tecnici e termini colloquiali Sottolinea
ReplyDeletenel testo con colori diversi i vocaboli tecnici legati al
lavoro dei campi e i termini colloquiali d’uso comune:
quali sono prevalenti? Perché, secondo te, il poeta ha
operato tale scelta?
grazie mille Asad Ali Khan Balouch