Questo romanzo, scritto da Carlo Cassola nel 1960, è ambientato in Toscana, nel periodo
successivo alla liberazione dell’Italia dai tedeschi. Ne sono protagonisti due
giovani innamorati: Arturo Cappellini, detto Bube, e Mara.
Bube è un ex partigiano che ha combattuto durante la Seconda
Guerra Mondiale e che si è avvicinato all’ideologia comunista. Finita la
guerra, andando a trovare la famiglia di Sante, un amico morto in battaglia,
vi incontra Mara, sorella di questi, e fra i due giovani nasce qualcosa.
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Dopo il delitto il partito non lo difende abbastanza e il ragazzo si sente tradito dalla sua associazione politica, non solo per questo episodio, ma anche per il fatto che il movimento lo ha educato ai valori della violenza punitiva, senza avvertirlo dei rischi che avrebbe corso. Si sente un burattino nelle mani del suo partito.
Dopo questo terribile episodio la vita di Bube e Mara non sarà più la stessa: i due giovani hanno appena il tempo di un breve incontro d'amore in un capanno, prima della fuga del ragazzo in Francia.
Mara è tentata di cambiare idea dopo aver conosciuto un giovane operaio, Stefano, che con la sua cultura superficiale e i suoi modi gentili, ha colmato, per un breve periodo la sua solitudine. In lui Mara vede la possibilità di fuggire in qualche modo dalla realtà, ma quando questi le parla di matrimonio e di figli, la ragazza torna con i piedi per terra e capisce che il suo destino è restare con Bube.
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