Oggi sappiamo che tutti gli essere viventi sono frutto di una lunghissima evoluzione (milioni di anni), ma fino al '700 si credeva alla "fissità delle specie" secondo cui tutte le specie erano comparse insieme ed erano rimaste immutate. Fu Darwin a elaborare tra il 1830 e 1860 la teoria della specie. Secondo Darwin la natura seleziona gli individui adatti alla sopravvivenza gli animali che non riescono a vivere in un determinato ambiente o si estinguono oppure sono obbligati a trasferirsi in un altro ambiente o a modificarsi geneticamente. La nascita di nuove specie (microevoluzione) è favorita da alcuni fattori tra cui l'isolamento.
Per adattarsi agli ambienti gli organismi possono modificarsi in altezza, nel colore, possono avere zanne, corazze, zampe robuste.
Anche il comportamento è una forma di adattamento (velocità del predatore, riflessi della preda). L'evoluzione non è terminata è sempre in azione. Un esempio è quello di una farfalla che viveva in Inghilterra sulle betulle e avevano un colore grigio a macchie nere. Dopo la rivoluzione industriale le betulle diventarono nere e nel giro di pochi anni le farfalle grige diventare anch'esse nere. Un altro esempio di selezione naturale riguarda l'uso di insetticidi (DDT): l'uso massiccio ha portato alla comparsa di insetti resistenti e in molte zone il DDT non è più efficace. Stessa cosa avviene con gli antibiotici: l'abuso seleziona gruppi di batteri resitenti (come gli insetti al DDT) e rende queste medicine inefficaci contro l'infezione.
Darwin non pote spiegare perché nascessere alcuni individui con caratteristiche "nuove" egli infatti non conosceva il patrimonio ereditario ne le leggi della genetica (Mendel) oggi invece sappiamo che la comparsa di nuovi caratteri è dovuta alle mutazioni cioè a modificazioni dei geni che possono essere causate da radiazioni, sostanze chimiche o "errori" genetici.
No comments:
Post a Comment