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venerdì 7 novembre 2014

PARAFRASI POESIA GOAL UMBERTO SABA CON ANALISI

Goal - Umberto Saba

Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

La folla - unita ebbrezza - par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete inviolata il portiere
- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch'io son parte.


Parafrasi
Il portiere, caduto a terra nell'inutile (vana) tentativo di difendere la porta, nasconde (cela) il viso contro il terreno, per non vedere quello che è successo (amara luce=aver preso il goal).
Un suo compagno di squadra, inginocchiato accanto a lui, lo invita a rialzarsi sia con i gesti che con le parole e si accorge che il portiere ha gli occhi pieni di lacrime.
La folla - unita nell'esultanza - sembra traboccare sul campo. I compagni di squadra stanno attorno al giocatore che ha segnato il goal. A tutti coloro che sono tormentati dall'odio o dall'amore, non capita spesso di vedere momenti belli come questo.
Il portiere della squadra vincente è rimasto vicino alla sua porta, ma lì c'è solo il suo corpo, non la sua anima. La sua gioia sembra voler esplodere in una capriola e per manifestarla manda baci ai compagni da lontano e si sente anch'egli parte dell'esultanza.

Analisi del testo

Livello metrico=sono 3 strofe di endecasillabi. Il verso è libero, anche se sono presenti alcune rime baciate (versi centrali delle strofe, ultimo e primo verso della strofa successiva)

Struttura=le 3 strofe corrispondono a 3 sequenze--->
1) nella prima il poeta focalizza l'attenzione sul portiere che ha subito il goal e sui suoi sentimenti di vergogna e umiliazione (faccia a terra, occhi pieni di lacrime)
2)nella seconda si racconta la gioia del goal: gioia che è condivisa da chi sta dentro e fuori dal campo, una gioia che accomuna. I compagni di gioco diventano "fratelli" nelle parole di Saba, proprio per voler sottolineare il sentimento di appartenenza che la vittoria contribuisce a rafforzare.
3)nella terza strofa, infine, si descrive la gioia solitaria del portiere che non abbandona la propria postazione di gioco, ma si sente partecipe dell'esultanza e, da lontano, manda baci ai compagni.

Figure retoriche
Sinestesia= "amara luce"
Metonimia="unita ebbrezza" (il poeta utilizza il termine astratto "ebbrezza" con cui si indica l'euforia dell'ubriaco per connotare sia la gioia dei giocatori che dei tifosi)
Metafora="unita ebbrezza" significa la gioia degli spettatori che esultano tutti insieme
Iperbato="con parole e con mano", "è dato, sotto il cielo, di vedere", "della festa - egli dice - anch'io son parte" (l'iperbato è la figura retorica che prevede l'inserimento di parole che spezzano la linearità della sintassi-->della festa egli dice anch'io son parte, sarebbe: egli dice anch'io son parte della festa)
Enjambements=Vv. 2-3 "contro la terra/cela la faccia"
vv. 7-8 "par trabocchi/nel campo"

Lessico
Saba utilizza un lessico piuttosto semplice, con l'inserimento di alcuni termini più aulici-->"cela", "induce", "rilevarsi", "trabocchi". Forse per voler dare un tocco di preziosità ad un gioco estremamente popolare quale è il calcio.





sabato 8 marzo 2014

RIASSUNTO SUL RUGBY

Il rugby è uno sport di squadra, in cui c’è molto contatto fra avversari, ma è la tattica ad avere un ruolo determinante. Sfatando l’immagine di “gioco violento” si può tranquillamente affermare che lo scontro con l’avversario arriva solo quando falliscono tutti gli schemi o le altre possibilità di superare l’avversario.
Obiettivo del gioco: è raggiungere la meta con il pallone, oltrepassando lo schieramento difensivo della squadra avversaria. L’obiettivo della meta non è un individuale, bensì di gruppo: il vero significato del rugby è proprio battere gli avversari sul piano delle scelte tattiche, andando in meta con la collaborazione di tutti i compagni.
Svolgimento del gioco
Il rugby viene giocato da squadre composte da 15 giocatori ciascuna, divise in due reparti: la mischia (8 giocatori) e le linee arretrate, dette anche tre quarti (5 giocatori), oltre ai mediani (2 giocatori) che fungono da raccordo tra i due reparti.
Scopo del gioco è segnare il maggior numero di punti tramite la meta (5 punti), i calci di trasformazione della meta (2 punti), i calci piazzati (3 punti) e i calci di drop (3 punti). 
Dove si gioca
Il campo da rugby ha una superficie al massimo di 144 metri di lunghezza per 80 metri di larghezza, suddiviso da linee orizzontali e verticali utili:

  • alla delimitazione del terreno di gioco (linea del pallone morto, linee di rimessa laterale)
  • alla realizzazione delle mete (linee di meta)
  • all'avvio/ripresa del gioco (linea dei 10 metri, linea dei 22 metri, dei 5 metri)
  • all'esecuzione delle rimesse laterali (linea dei 5 metri e dei 15 metri)

Regole fondamentali:
  • META: È realizzata schiacciando la palla a terra.
  • PLACCAGGIO: L'azione mediante la quale un difensore può fermare l'avversario in possesso di palla per impedire allo stesso l'avanzamento e la possibilità di andare in meta.
  • PASSAGGIO: "Il rugby è lo sport dove si avanza verso la meta passando indietro la palla". Se il pallone viene passato in avanti è fallo ed il gioco viene ripreso con una mischia ordinata a favore della squadra che non ha commesso il fallo o comunque lasciato giocare agli avversari se durante il passaggio in avanti ne sono entrati in possesso e ne traggano un vantaggio (vantaggio acquisito). Non essendo possibile durante il gioco effettuare un passaggio in avanzamento (verso la meta), il pallone deve essere portato avanti dal giocatore stesso.
  • TENUTO: Il pallone non può essere trattenuto da un giocatore a terra o in un raggruppamento: la palla deve essere resa disponibile agli altri compagni e agli avversari (principio della continuità).
  • FUORIGIOCO: su calcio in gioco aperto. Nel momento in cui un difensore blocca un attaccante si crea una linea di fuorigioco parallela alle linee di meta e passante per il punto in cui si trova il pallone. In quel momento tutti i difensori dovranno stare nella parte di campo compresa tra la linea di fuorigioco e la linea di meta che loro difendono, altrimenti si troveranno in posizione di fuorigioco. Gli attaccanti dovranno fare altrettanto schierandosi dietro al portatore di palla, in posizione adeguata per ricevere un passaggio.

martedì 28 maggio 2013

ANALISI DEL QUADRO "PARTITA DI CALCIO" DI CARLO CARRA'

Cenni biografici
Figlio di un possidente terriero caduto in disgrazia, il giovane Carlo inizia la sua attività lavorativa a soli 12 anni: per aiutare la famiglia, viene messo a bottega con la mansione di decoratore e stuccatore. Dal piccolo comune dell'alessandrino che gli ha dato i natali, si trasferisce poi a Milano, città in cui lavora e, contemporaneamente, cerca di frequentare una scuola d'arte serale. Nel 1899 parte alla volta di Parigi dove, impegnato nella decorazione dei padiglioni dell'Exposition Universelle, scopre il Louvre, il Petit Palais entusiasmandosi per i grandi pittori dell'epoca, soprattutto Manet, Cezanne e Gauguin.

Il futurismo
Tornato in Italia riesce ad iscriversi all'Accademia di Brera di Milano e, nel 1910, sarà uno dei firmatari del Manifesto Futurista insieme a Marinetti, Boccioni e Russolo. A questo primo gruppo di artisti si uniranno Balla e Severini: era nato il movimento che esaltava la velocità, il progresso, la tecnologia.
A partire dal 1915 Carrà sentì di voler abbandonare i temi della velocità e del dinamismo, per aderire a una concezione della realtà che andasse al di là dell'esperienza fisica.

La metafisica
Questi sono anche gli anni della Prima Guerra Mondiale e Carrà ne sarà protagonista: prima come interventista e poi direttamente sul campo di battaglia, con la chiamata alle armi avvenuta nel 1917. Sarà però un'esperienza traumatica per il pittore che dovrà essere ricoverato in un nevrocomio appena fuori Ferrara. Qui conosce De Chirico e De Pisis coi quali definisce i principi teorici della Metafisica, cioè una pittura che rappresentasse ciò che è oltre l'apparenza fisica della realtà, al di là dell'esperienza dei sensi.
 

Il periodo trascendente
Una nuova svolta pittorica si avrà nel 1922, quando Carrà abbandona la corrente metafisica e prende la decisione di non "accompagnarmi più ad altri, di essere soltanto me stesso" intendendo con questo una nuova ricerca di equilibrio fra l'immedesimazione nelle cose e l'astrazione da esse.
E' un periodo di maturità, in cui il pittore, dopo tante sofferenze, si sente pronto al contatto diretto con la natura, col vero.
Muore a Milano il 13 Aprile 1966 per l'aggravarsi di un'improvvisa malattia.

Carlo Carrà - Partita di calcio - 1934

Analisi del quadro "Partita di Calcio"
Esposto per la prima volta alla II Quadriennale di Roma, nel 1935, il quadro rappresenta alcuni giocatori di calcio impegnati in un'azione di gioco. Il soggetto è dovuto alla grande passione di Carrà, che viveva il calcio come uno spettacolo totale, assolutamente capace di suscitare emozioni al pari di avvenimenti o opere di ben più elevato valore artistico. Oltretutto il 1934 fu l'anno della vittoria italiana ai Mondiali di Calcio e il riferimento alla nostra nazionale è evidente nel colore azzurro delle maglie dei giocatori che vi sono raffigurati.
L'artista coglie l'azione in un momento concitato: si tratta probabilmente di una mischia in area, con il pallone che finisce vicinissimo alla porta mentre gli attaccanti saltano per colpire di testa e il portiere si slancia nel tentativo di arrivare per primo sulla sfera. Il pallone resta, però, sospeso a mezz'aria, quasi come un'apparizione metafisica, che cattura sia l'attenzione dei giocatori impegnati in campo, sia quella dell'osservatore esterno, cristallizzando in un unico "fermo immagine" il simbolo stesso del gioco del calcio: la rincorsa,  la cattura, il possesso della palla.  
Attualmente il quadro, che è un olio su tela di 69x100cm, è conservato presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma.
 

sabato 13 aprile 2013

COS'E' IL DOPING

E' il CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, a dare una chiara definizione di cosa si intenda per doping e cioè l'uso di sostanze in grado di modificare le prestazioni sportive. Naturalmente viene considerato doping anche l'impiego di sostanze che mascherano  l'assunzione di sostanze proibite.
Per quanto riguarda l'etimologia del termine, ci sono diverse correnti di pensiero; quelle più accreditate vedono l'origine della parola nell'africano "dop", bevanda che veniva usata come stimolante in riti primordiali, mentre per altri è legata all'inglese "to dope" -drogare- che a sua volta deriva dall'olandese "doop", sciroppo. Comunque sia, oggi il termine doping fa parte del lessico sportivo a tutti gli effetti, considerata la grande diffusione di sostanze illecite negli atleti professionisti e, soprattutto, in quelli amatoriali, al fine di migliorare le proprie prestazioni atletiche.

Il Doping nella storia
Si può dire che il doping sia nato insieme allo sport: secondo alcune ricostruzioni,  Filippide , che portò ad Atene la notizia della vittoria di Maratona, fosse drogato al punto da non accorgersi che era andato oltre le sue possibilità e che il cuore stesse per scoppiargli, come infatti accadde. Ci sono altre leggende sull'uso di sostanze proibite nel mondo antico: si dice che gli Atzechi mangiassero il cuore delle loro vittime, credendo di prenderne le forze, che i Greci si cibassero di semi di sesamo prima delle gare atletiche e che Milone (vincitore di sei olimpiadi) arrivasse a mangiare fino a 10 kg di carne al giorno!
Durante le prime Olimpiadi moderne, nel 1896, ci fu un caso di overdose da stimolanti in un ciclista, mentre già nel 1936, alle Olimpiadi di Berlino, si hanno certezze sull'impiego di amfetamine da parte degli atleti impegnati nei giochi.
Nel 1952 il grande Fausto Coppi, indimenticato campione del nostro ciclismo, raccontò di quelle che in gergo venivano chiamate "bombe" e che venivano assunte praticamente da tutti i corridori per riuscire ad andare più veloci degli altri e sentire meno la fatica nelle gambe. Fu poi alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 che si registrarono i primi casi di doping ematico, che consiste nel somministrare sangue ad un atleta attraverso delle trasfusioni, al fine di aumentare il numero di globuli rossi e, conseguentemente, l’apporto di ossigeno ai muscoli. Nei primi anni ’90 alcuni sportivi hanno iniziato a ricorrere all’Epo o eritropoietina, per migliorare le prestazioni sportive, ridurre la fatica e i tempi di recupero.

Principali sostanze dopanti e loro conseguenze
Sono considerate sostanze dopanti

  • Gli stimolanti - amfetamine, cocaina, marijuana,  vengono usati per ridurre il senso di fatica nell'atleta. Possono dare problemi al sistema cardiocircolatorio e influire gravemente sui centri termoregolatori. Il loro abuso può dare dipendenza, psicosi e paranoia. 
  • I narcotici hanno la funzione di anestetizzare l'organismo e quindi annullano la sensazione di dolore e di fatica. Vanno evitati perché creano fortissima dipendenza (sia psichica che fisica) e annullano la soglia del dolore: in pratica senza il narcotico qualunque sforzo appare insopportabilmente doloroso tanto da costringere l'atleta a farvi nuovamente ricorso e così via, in un circolo senza fine.
  • Gli anabolizzanti derivano dagli ormoni sessuali maschili e favoriscono la sintesi delle proteine. Vengono utilizzati per la ripresa dei muscoli dopo un trauma o per rafforzare le ossa. L'uso di anabolizzanti durante l'adolescenza può arrestare il processo di sviluppo e dare forme di acne gravi. Negli adulti maschi possono condurre alla sterilità, alla calvizie e a danni epatici.  
  • Gli ormoni sono sostanze generate dal nostro corpo, che vengono somministrati artificialmente per aumentare la muscolatura, la forza, la resistenza e l'aggressività agonistica.  Vanno evitati perché possono indurre un rialzo della glicemia e portare al diabete e alla chetosi.  
  • I diuretici favoriscono la diuresi e aiutano a rimuovere un’eventuale eccesso di liquidi nell’organismo. Vengono utilizzati dagli atleti perché permettono di perdere velocemente peso, di diluire le urine aiutando a ridurre la concentrazione di altre sostanze dopanti. Sono pericolosi perché, oltre a dare squilibri chimici nel sangue,  se vengono assunti insieme all'EPO sono causa di crampi, disturbi di termoregolazione e aritmie che possono risultare mortali.
  • L' AET, cioè l' Auto Emo Trasfusione, consiste nel prelievo del sangue dell'atleta in un momento stabilito e nell'immissione nello stesso individuo dopo un periodo di conservazione. Pratica frequente fino al 2000, è stata poi sostituita dall'EPO. Va evitata perché alte concentrazioni di globuli rossi  nel sangue ne fanno aumentare la densità esponendo l'atleta al rischio di embolie. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono state prese qui.

domenica 7 aprile 2013

TESINA SULLO SPORT

Storia= Il fascismo e lo sport
Geografia=Gli USA (sono la nazione che più di altre esalta il culto del corpo e dell'attività fisica)
Inglese= Jesse Owens and the Olympics of 1936
Italiano= Umberto Saba  "Goal"
Scienze=Il doping
Tecnica= I materiali tecnici e lo sport
Francese= De Coubertin
Arte= Manet "Corse a Longchamp"
Musica=Vangelis "Chariots of fire" (Momenti di Gloria)
Ed.Fisica=Uno sport che amate/praticate

ALTERNATIVE

Storia= Lo sport nel 900
Geografia=Le colonie britanniche (lo sport serviva a stringere il legame fra madrepatria e colonie)
Italiano=Leopardi "A un giocatore nel pallone"
Inglese=Importance of sport in Usa
Inglese=Film "Sognando Beckam" o "The referee" (quest'ultimo è un docu-film sul lavoro degli arbitri di calcio)
Scienze=L'apparato muscolare
Arte=Il Futurismo (esaltà la corsa e la velocità)--->Boccioni "Velocità di motocicletta"
Arte=Carlo Carrà "Partita di calcio"
Musica=Inno Olimpico di Spiro Samara

ALTRI TEMI INTERESSANTI 

  • La storia di un grande campione che amate
  • Il ruolo del tifo/ La violenza negli stadi
  • I mass media e la diffusione delle imprese sportive