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lunedì 20 novembre 2017

ANALISI PADRE DEL CIEL DOPO I PERDUTI GIORNI PETRARCA


Padre del ciel, dopo i perduti giorni,
dopo le notti vaneggiando spese,
con quel fero desio ch’al cor s’accese,
mirando gli atti per mio mal sì adorni,

piacciati omai col Tuo lume ch’io torni
ad altra vita et a più belle imprese,
sì ch’avendo le reti indarno tese,
il mio duro adversario se ne scorni.

Or volge, Signor mio, l’undecimo anno
ch’i’ fui sommesso al dispietato giogo
che sopra i più soggetti è più feroce.

’’Miserere’’ del mio non degno affanno;
reduci i pensier’ vaghi a miglior luogo;
ramenta lor come oggi fusti in croce.


Parafrasi

Signore, dopo i giorni sprecati,
dopo le notti che ho trascorso vaneggiando,
tormentato da quel desiderio feroce che mi è divampato nel cuore,
contemplando i suoi gesti, per mia sventura tanto affascinanti,

fa in modo che, grazie alla tua luce, [cioè la Grazia]
io torni a condurre un vita migliore e a compiere azioni più degne,
così che il mio avversario [il diavolo], pur avendomi teso le sue trappole,
possa uscirne sconfitto.

Sta per finire l'undicesimo anno
da quando fui sottoposto a questo legame [l'amore]
che si accanisce soprattutto con chi è più debole.

Abbi pietà del mio dolore così indegno;
riporta i miei pensieri verso il bene;
ricorda loro come tu, in questo giorno, affrontasti il martirio della croce.


Analisi metrica
Si tratta di un sonetto con schema ABBA ABBA CDE CDE

Figure retoriche
Apostrofe: v. 1 "Padre del Ciel"
Perifrasi: v. 3 "fero desio"
Metafora: v. 3 "s'accese"; v. 5 "col tuo lume" (cioè la Grazia divina); v. 7 "avendo le reti tese" (metafora della trappola)
Chiasmo: v.1 e 2 "perduti giorni... notti spese"
Climax: v.12-13-14 "Miserere... reduci... ramenta" (il climax è di tipo ascendente)

Commento
Petrarca finge di aver scritto questo sonetto, che fa parte della sezione "In vita di Madonna Laura" del Canzoniere,  nel giorno di Venerdì Santo del 1338, cioè l'undicesimo anniversario dell'incontro del poeta con Laura. (questo si capisce dai versi 9 e 14 dove ci sono precisi riferimenti temporali).
La lirica, che si apre con una citazione quasi letterale del "Padre Nostro", è incentrata sulla tematica religiosa: Petrarca mostra di provare disgusto per la passione amorosa, perché è causa di desideri sensuali, di ossessioni che portano l'uomo alla perdizione.
Il poeta desidera purificarsi da questo desiderio terreno, prova rimorso e pentimento.
Nella lirica è presente anche il tema del tempo e della memoria: il passato è visto come il tempo dell'errore, il presente come il tempo dell'incertezza e della precarietà, mentre il futuro è il tempo dedicato a Dio, quando il poeta riuscirà a liberarsi dalle passioni terrene.


venerdì 28 marzo 2014

PARAFRASI PACE NON TROVO ET NON O' DA FAR GUERRA

Pace non trovo, et non ò da far guerra; 
e temo, et spero; et ardo, et son un ghiaccio;
et volo sopra ’l cielo, et giaccio in terra;
et nulla stringo, et tutto ’l mondo abbraccio.

Tal m’à in pregion, che non m’apre né serra,
né per suo mi riten né scioglie il laccio;
et non m’ancide Amore, et non mi sferra,
né mi vuol vivo, né mi trae d’impaccio.

Veggio senza occhi, et non ò lingua et grido;
et bramo di perir, et cheggio aita;
et ò in odio me stesso, et amo altrui.

Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte et vita:
in questo stato son, donna, per voi.


Parafrasi

Non trovo pace e non ho armi per combattere,
ho paura e spero, brucio (di passione) e sono gelato (per la delusione di non essere ricambiato)
volo in cielo (portato dall'amore) e giaccio sulla terra,
non ho niente e abbraccio tutto il mondo.

Qualcuno (Laura) mi tiene in una prigione che non mi apre ne' mi chiude, 
non mi tiene come suo prigioniero, ma nemmeno mi libera dai lacci
Amore non mi uccide e non mi toglie l'arma dalla ferita,
non mi vuole vivo ne' mi toglie dalla sofferenza.

Vedo senza occhi, non ho lingua, ma grido
desidero morire e chiedo aiuto
odio me stesso ed amo un'altra persona.

Mi nutro di dolore, rido piangendo
allo stesso modo mi dispiacciono la morte e la vita,
donna, sono in questo stato a causa vostra.

Analisi della poesia
Metrica
Sonetto con rime alternate nelle quartine---> ABAB, ABAB; 
e rime ripetute nelle terzine---> CDE, CDE.
Tema generale
Questa lirica è una delle più celebri del Canzoniere, scritto intorno al 1351-52.
Il tema centrale del sonetto è la frattura che l'amore provoca nel cuore e nell'anima del poeta: a causa di questo sentimento egli si trova a vivere uno stato altalenante di situazioni opposte---> questo stato è reso attraverso l'antitesi, cioè la figura retorica che contrappone due termini opposti (pace/guerra-fuoco/ghiaccio-vita/morte-etc.). 
Temi delle quartine--->
1 quartina= contrasto nell'animo del poeta in preda all'amore 
2 quartina=sottomissione del poeta all'amore
1 e 2 terzina=conseguenze di questo amore sul poeta
Nella prima quartina il protagonista è il poeta stesso (l'Io è il soggetto di tutti i verbi), mentre nella seconda è vittima di Laura e del sentimento d'amore che per lei prova.   
Sintassi
La sintassi usata dal Petrarca è estremamente semplice per dare maggior forza alla contrapposizione. Da notare che le proposizioni sono tutte coordinate proprio perché il poeta sente nel suo animo che tutte le contrapposizioni sono compresenti, senza che nessuna prevalga sull'altra (come avviene nel caso di principale e subordinata)
Figure retoriche
Alla base di tutto il sonetto vi è la metafora dell'amore come lotta interiore, per cui il poeta non ha armi per combattere, ma non può nemmeno trovare pace.
Serie di antitesi di cui si è già detto sopra
Chiasmo al v.1 (Pace non trovo, et non ò da far guerra)
Personificazione al v.7 (Amore)
Paradosso al v. 8 (Veggio senza occhi)
Ossimoro al v. 12 (piangendo rido)