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lunedì 26 marzo 2018

RIASSUNTO AGILULFO BOCCACCIO




Terza giornata
Seconda Novella
Narratrice: Pampinea

La novella è ambientata a Pavia, dove il re dei Longobardi, Agilulfo, sposa Teudelinga, vedova del re Autari. La regina è molto bella e di lei si innamora un palafreniere (un addetto ai cavalli) che, a causa della sua condizione inferiore, sa di non avere alcuna speranza di coronare il suo sogno d'amore.
L'uomo non confessa a nessuno la sua passione, ma desidera così tanto Teudelinga che si ingegna per trovare il modo di giacere con lei.
Una notte si nasconde in una sala del castello e vede il re recarsi nella stanza della regina con in mano una fiaccola accesa e una bacchetta per bussare alla porta.
Sempre rimanendo nascosto, poco dopo lo vede uscire e tornare nei propri alloggi.
Decide allora di fingere di essere il re e, dopo essersi lavato per togliersi di dosso l'odore dei cavalli, indossa un mantello simile a quello del re, si procura una torcia e una bacchetta e bussa alla porta della regina. Gli viene aperto da una cameriera assonnata che gli toglie subito il lume dalle mani; l'uomo, protetto dall'oscurità, si infila nel letto di Teudelinga e giace con lei più volte; poi esce e torna di fretta nella sua stanza.
Poco dopo anche il re va in camera della regina, ma la donna, stupita, gli chiede come mai sia di nuovo lì visto che è appena andato via. Il re capisce che qualcun altro è stato in quel letto prima di lui e, deciso a scoprire il colpevole, non dice nulla alla moglie e se ne va.
Agilulfo immagina che chi ha appena giaciuto con la regina sia ancora agitato e abbia il cuore che batte forte, così entra in tutte le camere del palazzo per tastare il polso dei servitori.
Arrivato nella stanza del palafreniere si accorge che l'uomo sta fingendo di dormire e che in realtà è molto agitato. Capendo che è lui il colpevole gli taglia una ciocca di capelli per poterlo riconoscere il giorno dopo fra tutti i servitori.
Il palafreniere intuisce la ragione per cui il re gli ha tagliato i capelli e si reca nelle stanze degli altri servitori per tagliare a tutti una ciocca così come era stato fatto con lui.
Il giorno dopo il re non riesce a riconoscere il colpevole perché a tutti manca una ciocca di capelli. Stupito dalla furbizia dell'uomo, il re decide di non rivelare nulla affinché non venga reso pubblico il disonore della regina, ma ammonisce i servitori e li invita a non commettere più ciò che era stato fatto quella notte.
Nessuno riesce a capire il senso di quell'affermazione, tranne il palafreniere che, da quel giorno, non prova più a giacere con la regina.

venerdì 24 marzo 2017

RIASSUNTO GIOTTO E FORESE DA RABATTA DECAMERONE

Novellatore:Panfilo 
Luogo: Campagna intorno a Firenze (Mugello)
Tempo: Estate
Tema centrale: l'arte della parola


La novella racconta di un vivace scambio di battute tra due illustri uomini del tempo di Boccaccio: uno è il famoso pittore Giotto e l'altro è Forese da Rabatta, insigne giurista, professore di diritto e uomo politico per il comune di Firenze.
Di Forese Boccaccio ci dice che era un grande conoscitore di legge e di diritto ("armario di ragione civile fu deputato"), ma che era di aspetto poco piacevole, per non dire brutto ("di persona piccolo e isformato, con un viso piatto e rincagnato").  Giotto viene presentato come il più grande artista della sua epoca. Boccaccio loda la sua arte dicendo che fu così abile nell'imitare la natura che il "visivo senso degli uomini vi prese errore, credendo essere vero quello che era dipinto". Anche lui, però, proprio come Forese, non aveva certo un bell'aspetto.
I due personaggi si incontrano lungo la strada che dal Mugello va verso Firenze: Forese sul dorso di un cavallo preso a noleggio e Giotto a piedi. Percorso insieme un tratto di strada, vengono sorpresi da un temporale estivo e decidono di rifugiarsi a casa di un conoscente che abita lì vicino per aspettare che la pioggia cessi. Volendo però essere a Firenze per l'indomani, decidono di ripartire e, presi a prestito due cappelli e due vecchi mantelli, riprendono il cammino sotto l'acqua.  Dopo un po' sono tutti bagnati e inzaccherati dal fango e Forese, guardando Giotto, scoppia a ridere chiedendogli se qualcuno vedendolo in quel momento penserebbe davvero a lui come al più grande pittore esistente.
Giotto risponde prontamente che certo lo riterrebbe tale se, vedendo Forese in quello stato, crederebbe che sia uno che conosce almeno l'alfabeto.
A quel punto Forese tace, riconoscendo il proprio errore.

Spiegazione
Boccaccio in questa novella esalta il potere della parola, capace di trarre d'impaccio e di salvare colui che si trova in una situazione scomoda o di pericolo.
Forese provoca Giotto con una battuta e viene indotto a riconoscere il proprio errore dalla risposta arguta dell'amico. Il vero protagonista della novella è Giotto, autore della risposta risolutiva che mette a tacere il provocatore.