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sabato 16 marzo 2013

RIASSUNTO QUESTIONE MERIDIONALE


Di "questione meridionale" si cominciò a parlare subito dopo l'unità d' Italia, nel 1861---> le differenze fra nord e sud erano evidenti (nord più moderno, ricco e industrializzato), ma la politica economica di quegli anni non ne tenne conto: semplicemente, le stesse norme, il sistema fiscale, il liberismo negli scambi, la legislazione penale e civile vennero adeguati a quelli del Piemonte Sabaudo.
In questo modo il sud si ritrovò a subire una pressione fiscale che non era in grado di sostenere; oltre a ciò, il regime liberistico travolse quel po’ di sviluppo manifatturiero che aveva attecchito al Sud. 
Le misure economiche, quindi, stancano il "basso popolo" che è sempre più povero e che, oppresso dalla fame, sconvolto dall'aumento delle tasse e dei prezzi sui beni primari e costretto alla leva obbligatoria, inizia a rivoltarsi, sviluppando un profondo rancore verso il nuovo regime e soprattutto verso gli strati sociali che si avvantaggiarono degli avvenimenti politici riuscendo ad ottenere cariche, impieghi e nuovi guadagni.


Il Brigantaggio
Nacquero così bande di briganti, a cui aderirono non solo braccianti disperati ma anche ex soldati borbonici, ex garibaldini e banditi comuni. L'emergenza brigantaggio assunse i connotati di una vera e propria guerra civile, che costrinse lo stato italiano ad impiegare circa 120.000 soldati per reprimere la ribellione nelle provincie meridionali.



Emigrazione di massa
In questi anni difficili si assiste ad un'emigrazione senza precedenti, soprattutto verso l'America (il flusso migratorio si chiuderà intorno agli anni '20, quando gli Usa bloccarono a livello legislativo l'ingresso dei migranti).

Prima guerra mondiale
La prima guerra mondiale contribuirà fortemente ad accrescere il divario tra Nord e Sud: le pressanti esigenze belliche determineranno un'accelerata espansione dell'industria pesante (armi, macchine da guerra, navi, etc.)  localizzata nel Settentrione e quindi la guerra alimenterà un flusso ininterrotto di trasferimento della ricchezza del paese lungo la direttrice Sud/Nord.
Canale di bonifica nel bacino di Metaponto

Fascismo
Durante il fascismo ci furono alcuni tentativi di modernizzazione del Sud (bonifiche di territori), ma nel complesso non si riuscì ad ottenere granché.

La Cassa per il Mezzogiorno
La fine della II guerra e l'istituzione della Repubblica rappresentano per il Mezzogiorno un momento di profonda svolta: tra il 1949 e il 1950 si definirono alcune linee di intervento per il Sud, fra cui una parziale riforma agraria e l’istituzione di una Cassa per il Mezzogiorno. Poi si ritenne anche necessario un intervento diretto e si arrivò a promuovere e a realizzare alcuni grandi impianti industriali. I risultati dell’azione della Cassa e di tutta la politica speciale successiva non furono quelli sperati, pur essendo innegabile un processo di sviluppo che, specialmente negli anni 1960, trasformò il quadro stesso dell’ambiente meridionale. Negli anni 1950, inoltre, riprese la grande emigrazione interrottasi alla fine degli anni 1920, diretta questa volta verso l’Europa occidentale e l’Italia settentrionale. Tuttavia si poteva osservare in tutte le regioni meridionali un netto mutamento delle condizioni e del livello di vita.

Gli anni '80
A metà degli anni 80 molti parlarono di un ormai avvenuto superamento della questione meridionale, ma in realtà nel mondo agrario, al crescente sviluppo di determinate zone, corrispondeva un abbandono generale delle campagne che assumeva tutti i caratteri di una vera e propria destrutturazione economica e sociale, a malapena compensata da una politica di assistenza e di pensioni sociali e da un’artificiosa diffusione di occupazione, soprattutto pubblica, scarsamente produttiva o parassitaria. 
Nel 1986 la Cassa per il Mezzogiorno fu sostituita da un’Agenzia per la promozione dello sviluppo nel Mezzogiorno, concepita secondo linee più snelle ma i cui risultati non furono sostanzialmente migliori e alla fine fu anch’essa soppressa, con il passaggio delle competenze meridionalistiche al ministro del Bilancio.