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martedì 20 dicembre 2022

PARAFRASI DONNA CHE SI PETTINA MARINO

DONNA CHE SI PETTINA - GIAMBATTISTA MARINO

Onde dorate, e l’onde eran capelli,
Navicella d’avorio un dì fendea;
1' una man pur d’avorio la reggea
per questi errori prezïosi e quelli;

e, mentre i flutti tremolanti e belli
con drittissimo solco dividea,
l’òr de le rotte fila Amor cogliea,
per formarne catene a’ suoi rubelli.

Per l’aureo mar, che rincrespando apria
il procelloso suo biondo tesoro,
agitato il mio core a morte gìa.

Ricco naufragio, in cui sommerso io moro,
poi ch’almen fûr, ne la tempesta mia,
di diamante lo scoglio e ’l golfo d’oro. 


PARAFRASI

Un giorno i capelli biondi erano percorsi da un pettine d'avorio, sorretto da una mano bianchissima, che si muoveva qua e là fra le ciocche disordinate e mentre il pettine divideva i capelli in una riga drittissima, Amore raccoglieva i fili di capelli spezzati per formare delle catene destinate a chi voleva ribellarsi a lui. Il cuore del poeta batteva agitato solo a intravedere la capigliatura bionda mossa dai movimenti del pettine. L'innamoramento del poeta è prezioso, perché la tempesta d'amore lo ha gettato su uno scoglio di diamante immerso in un golfo dorato.  

 
ANALISI METRICA
La lirica è un sonetto diviso in 2 quartine e due terzine che rimano ABBA ABBA CDC DCD

FIGURE RETORICHE
Metafora= v. 1 "onde dorate" sono i capelli - v. 2 "navicella" è il pettine - v. 2 "errori" sono le ciocche disordinate - v. 5 "flutti tremolanti e belli" = sono i capelli - v. 12 "ricco naufragio" è l'innamoramento del poeta per la donna. E' ricco perché avviene anche a causa dell' oro dei capelli.
Ossimoro= v. 2 "errori preziosi" - v. 12 "ricco naufragio"
Arcaismo= v. 11 "gìa", dal verbo gire, che a sua volta deriva dal latino ire, cioè andare. 

ANALISI E COMMENTO
La lirica di Marino riprende un topos classico, la donna dai bei capelli biondi che fa innamorare il poeta, stravolgendolo e portandolo verso quella ricerca dello stupore e della meraviglia che caratterizza tutta la letteratura del Barocco. La poesia ricorda immediatamente Petrarca e i ritratti della sua amata, colta in momenti anche privati, ma in questo caso Marino esaspera l'azione quotidiana del pettinarsi i capelli con la metafora del mare e della navicella che costituisce tutto l'asse della lirica. Non c'è approfondimento psicologico, le sensazioni del poeta e il suo amore sono anch'esse appena accennate e si risolvono anch'esse nella metafora del naufragio. 

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