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giovedì 14 febbraio 2019

UN OSELETTO CHE CANTA D'AMORE PARAFRASI

Rinaldo d'Aquino appartiene alla Scuola Siciliana di Federico II.
Di lui si hanno pochissime notizie: si pensa che appartenesse alla famiglia di Tommaso D'Aquino e che l'imperatore lo avesse nominato falconiere.
Dante lo cita come poeta illustre nel De Vulgari Eloquentia, anche se i critici moderni sono più propensi a considerarlo un bravo retore piuttosto che un grande poeta.


Un oseletto che canta d’amore
sento la not[t]e far sì dulzi versi,
che me fa mover un’aqua dal core
e ven a gl[i] ogli, nè pò ritenersi

che no sparga fora cum tal furore,
che di corrente vena par che versi;
et i’ pensando che cosa è l’amore,
si getto fora suspiri diversi.

Considerando la vita amorosa
de l’oselet[t]o che cantar no fina,
la mia gravosa pena porto in pace:

fera pos[s]anza ne l’amor reposa, 
c’ogn’amador[e] la dotta ed enclina,
e dona canto e planto a cui li place.



Parafrasi
Di notte sento un uccellino cantare d'amore e il suo canto è così dolce da far sgorgare lacrime nel mio cuore che salgono fino ai miei occhi senza che io possa trattenerle, ma che escono fuori con tanta forza da sembrare una fonte perenne; e io, pensando a cosa è l'amore, emetto dei sospiri strani. 
Pensando alla vita amorosa dell'uccellino che non smette di cantare, sopporto volentieri la mia dura pena: una terribile forza risiede nell'amore, (una forza) che ogni amante teme e a cui si sottomette, offrendo poesie e lacrime alla donna amata.


Analisi metrica
Sonetto composto da 14 versi divisi in quattro strofe (due quartine e due terzine) che rimano ABAB e CDE CDE

Figure retoriche
Allitterazioni= v. 1 “che-canta” - v.7 “pena –porto-pace”; “amor-reposa”v.12; “canto-planto” vv.14
Rima interna= v. 14 "canto e planto"
Polisindeto= vv. 5-6
Metafora= v. 3 "me fa mover un'acqua dal core"

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