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lunedì 5 febbraio 2018

ANALISI NELLA BELLETTA D'ANNUNZIO

Analisi della poesia "Nella belletta" di Gabriele d'Annunzio 


1Nella belletta i giunchi hanno l’odore A
delle persiche mézze e delle rose  B
passe, del miele guasto e della morte.  C

4Or tutta la palude è come un fiore   A
lutulento che il sol d’agosto cuoce, D
con non so che dolcigna afa di morte. C

5Ammutisce la rana, se m’appresso.  E
Le bolle d’aria salgono in silenzio.   F



Parafrasi

Nella fanghiglia delle paludi
i giunchi hanno l'odore delle pesche troppo mature e delle rose
appassite, del miele andato a male e della morte.
Adesso la palude sembra un fiore fangoso
surriscaldato dal sole di agosto, 
in un'aria dolciastra che sa di putrefazione.
La rana tace, se mi avvicino.
Le bolle d'aria salgono dal fondo dello stagno silenziosamente.


Analisi metrica
Il componimento è un madrigale, composto da due terzine e un distico (coppia di due versi) che rimano ABC ADC EF.

Figure retoriche
Enjambement= vv. 2-3 "rose/passe" // vv. 4-5 "fiore/lutulento" (gli enjambements conferiscono lentezza al testo, accompagnano l'idea di un lento disfacimento delle cose e della vita tutta, non solo nella palude)
Similitudine=v. 4 "come un fiore"
Metafora= v. 5 "che il sol d'agosto cuoce"
Sinestesia= v. 4-5 "fiore lutulento"
Ossimoro= vv. 4-5 "fiore lutulento"


Commento
La lirica fa parte della raccolta Alcyone ed è l’ultima di undici poesie che il poeta dedica all'estate.
La bella stagione sta volgendo al termine e questo genera nel poeta  una sensazione di morte e di nostalgia. Il calore estivo qui non è foriero di vita e di gioia, ma di disfacimento e morte.
La palude odora e ribolle, arroventata dal sole. Nelle cose che stanno marcendo sotto il caldo estivo si intuisce la sensazione di morte che il poeta vuole esaltare coi suoi versi.
E' importante sottolineare che il poeta fissa le immagini più efficaci del disfacimento proprio in quelle forme che rappresentano la pienezza dei frutti e della vitalità estiva: le pesche (ora marce), i fiori (ora appassiti), il miele (andato a male).
Non è una lirica particolarmente musicale, ci sono poche rime (odore/fiore - "morte/morte") e il  ritmo è lento, sottolineato dagli enjambements e dalle parole che aprono e chiudono il distico finale "ammutisce/silenzio".
Tutto sembra spegnersi con la fine dell'estate come rivela la parola morte messa in rilievo alla fine di entrambe le terzine ed è la fine non solo di questa stagione dell'anno, ma di una parte della vita.
E' l'autunno che si avvicina che simboleggia la fine dell'amore, della bellezza, del piacere.


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