Quegli aerei che si avventavano contro le altere torri,quel volto a capofitto di vite umane contro altre vite… L’anima di quel cataclisma era l’odio, un rancore antico che si liberava come una sorta di ebbrezza…
Era anche un inno alla morte cantato nel sangue di migliaia di creature sacrificali.
E quello che per noi era tenebra per altri era luce ed estasi… La mente vacilla, l’animo è soverchiato, oppresso. Si preparano, forse sono già venuti tempi in cui sarà richiesto agli uomini di essere altri da come noi siamo stati.
Come?
11 Settembre - Mario Luzi
Dimettete la vostra alterigia
sorelle di opulenza
gemelle di dominanza,
cessate di torreggiare
nel lutto e nel compianto
dopo il crollo e la voragine,
dopo lo scempio.
Vi ha una fede sanguinosa
in un attimo
ridotte a niente.
Sia umile e dolente,
non sia furibondo
lo strazio dell’ecatombe.
Si sono mescolati
in quella frenesia di morte
dell’estremo affronto i sangui,
l’arabo, l’ebreo,
il cristiano, l’indio.
E ora vi richiamerà
qualcuno ai vostri fasti.
Risorgete, risorgete,
non più torri, ma steli,
gigli di preghiera.
Avvenga per desiderio
di pace. Di pace vera.
Fotografia dell'11 Settembre - Wislawa Szymborska
Sono saltati giù dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.
Ognuno è ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
C’è abbastanza tempo
perché si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.
Restano ancora nella sfera dell’aria,
nell’ambito di luoghi
che si sono appena aperti.
Solo due cose posso fare per loro –
descrivere quel volo
e non aggiungere l’ultima frase.
Nessun commento:
Posta un commento