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mercoledì 12 gennaio 2022

PARAFRASI QUEL RAMO DEL LAGO DI COMO PROMESSI SPOSI

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talchè non è chi, al primo vederlo, purchè sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città.
Quella diramazione del lago di Como orientata verso sud, tra due catene continue di monti,  ricca di baie e golfi che seguono lo sporgere e il rientrare delle montagne, ad un certo punto si restringe fino a sembrare il corso di un fiume, con un promontorio sulla parte destra e un'ampia costa dall'altra parte; e il ponte che in quel punto unisce le due rive sembra evidenziare ancora di più questo cambiamento [cioè il fatto che il lago sembra diventare un fiume] e segnare il punto in cui il lago finisce e riprende il corso del fiume Adda, anche se poi il lago ricomincia più avanti, dove le due rive sono più lontane e permettono all'acqua di allargarsi e rallentare in altri golfi e insenature. La costa, formatasi dai depositi di tre grossi torrenti, digrada protetta da due monti vicini, uno è chiamato San Martino e l'altro, con una parola del dialetto lombardo, Resegone, a causa delle molte cime l'una accanto all'altra, che lo fanno assomigliare ad una sega; tanto che, a chi capiti di vederlo frontalmente a prima vista, ad esempio trovandosi sulle mura di Milano che guardano a Nord, non riesce a distinguerlo (il Resegone), dalle altre montagne, in quella lunga serie di monti che hanno un nome meno famoso e più comune. Per un lungo tratto la costa sale con una pendenza lieve, ma continua; poi questa cosa si spezza in colline e piccole valli, in salite e pianure, in base alla forma dei due monti e all'erosione provocata dai corsi d'acqua. L'estremità (della costa), troncata dalla foce dei torrenti, è costituita quasi tutta da ghiaia e grosse pietre; nella restante parte ci sono campi e vigne, appezzamenti di terreno, ville, case rustiche; in alcuni punti ci sono boschi, che si protendono verso la montagna. Lecco, che è il paese principale di quelle zone e che dà il nome al territorio, si trova vicino al ponte, sulla riva del lago, anzi in parte si trova proprio sul lago, quando questo si innalza per l'abbondanza di acqua, oggi è un grosso borgo che sta per diventare una città. 











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