Silvia Ascensi è una maestra di Perugia che, dopo la tragica morte del padre, si reca a Roma per chiedere al deputato Marco Verona il trasferimento in altra sede. L'uomo, ex studente del padre, si adopera subito per accontentarla e la presenta al cavalier Martino Lori, segretario presso il Ministero dell'Istruzione.
Dopo qualche tempo Silvia e il Lori si sposano, ma il loro matrimonio non è felice. L'uomo si accorge che Silvia non lo ama, che è fredda e superba nei suoi confronti, ma, essendo di carattere mite, cerca di scusarla, attribuendo il comportamento della donna alla turbolenta infanzia e alla separazione dei genitori.
La situazione, però, precipita al punto che Silvia lascia il marito e se ne va di casa.
L'uomo è costernato, tanto più che lo stesso giorno riceve un biglietto di convocazione da Marco Verona, in procinto di diventare ministro. Durante il colloquio Martino Lori, oltre a ricevere una proposta di lavoro, viene a sapere che Silvia ha chiesto consiglio proprio al Verona e che tutto è stato appianato durante la loro conversazione.
La sera stessa, infatti, Silvia torna a casa ed effettivamente sembra un'altra donna: si mostra pentita, è affettuosa e Martino Lori sente di avere finalmente accanto la moglie che aveva sempre sognato. Quando dopo qualche mese nasce loro una bambina, all'uomo sembra di aver raggiunto la felicità.
Anche Marco Verona, che nel frattempo ha lasciato la politica, dimostra grande affetto per la piccola Ginetta, comportandosi quasi come un padre: oltre a farle spesso visita, le porta costosi regali e cerca di soddisfare ogni suo capriccio.
Quando la bambina mostra interesse per la musica il Verona prende ad accompagnarla a teatro e, qualche volta, Silvia si unisce a loro. Proprio dopo una serata trascorsa fuori, la donna rientra con una brutta tosse che la condurrà alla morte in soli 5 giorni.
Martino Lori è stravolto dall'accaduto, ma anche il Verona dà mostra di provare un dolore fortissimo, al punto da lasciare perplesso l'amico.
Dopo la morte di Silvia, il Verona si reca quotidianamente a trovare Ginetta, mentre il Lori trova più conforto nel curare con assidua frequenza la tomba della moglie. Il legame tra Marco Verona e Ginetta si farà sempre più saldo al punto che sarà proprio l'uomo a scegliere per lei come marito il ricco marchese Flavio Gualdi.
Dopo le nozze, però, il Lori inizia a sentire la mancanza dell'amico che adesso, invece di recarsi a casa sua come faceva prima, preferisce andare a trovare Ginetta a casa del marchese. Martino Lori si sente via via sempre più escluso da quel nucleo familiare dove a stento ci si accorge della sua presenza. Chiuso nella solitudine della sua casa all'uomo non resta che tornare col pensiero al passato finché un giorno, un'illuminazione gli fa capire il perché dell'attaccamento di Verona a Ginetta e la ragione del grande dolore che lo aveva colto alla morte di Silvia. Finalmente Martino Lori capisce quella verità che non aveva mai saputo comprendere. Dopo una giustificata rabbia iniziale, all'uomo non resta che accettare lo stato delle cose e, come tutte le sere, si avvia verso il cimitero per far visita alla moglie.
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domenica 31 luglio 2016
sabato 30 luglio 2016
RIASSUNTO LUCREZIO DE RERUM NATURA LATINO COLORES
Ci sono scarse
notizie sulla vita di Lucrezio (la fonte più importante è San
Girolamo).
Si sa che nacque nel
94 a.C. e morì suicida a 43 anni (cioè nel 51 a.C).
Per altri la data di
morte più probabile è il 55 a. C.
Anche le notizie
sulla sua pazzia sono incerte e non del tutto confermate.
Precedenti
letterari
Il De Rerum Natura è un poema epico-didascalico scritto in
esametri e diviso in 6 libri. Ha lo scopo di diffondere la filosofia
di Epicuro (didascalico significa appunto “che insegna”).
E' dedicato a Memmio, illustre e coltissimo intellettuale
latino.
Il titolo è una traduzione dal greco→ Perì Phiseòs (“Intorno
alla natura”) che è anche lo stesso titolo dell'opera più
importante di Epicuro.
Perché Lucrezio usa la poesia? Lo dice lui stesso nel I
libro: la poesia serve a far comprendere meglio al lettore
concetti che altrimenti sarebbero difficili da capire.
Modelli
letterari
Il poema didascalico era molto diffuso nel I secolo a.C.
Lucrezio si rifa ad Empedocle di Agrigento e ad Ennio, poeta che
aveva creato l'epica latina in esametri.
Proemio e
contenuto
Il proemio è una preghiera a Venere (dea protettrice dei Romani)→
tipica del genere epico è l'invocazione alla divinità. Il poeta non
invoca però le Muse come accadeva di solito, bensì Venere che era
la dea dell'amore, del piacere, della potenza della natura.
Lucrezio chiede alla dea di assicurare la pace ai Romani: questo è
in contraddizione con la filosofia epicurea che voleva gli dei
completamente indifferenti alla vita degli uomini. Quello di Lucrezio
deve quindi considerarsi un omaggio, sia alla tradizione sia al
pubblico dei lettori che avevano in Venere la loro progenitrice.
Epicuro e Ifigenia
Dopo l'Inno a Venere (al cui interno si trova anche la dedica a
Memmio), Lucrezio elogia Epicuro, da lui visto come l'eroe che ha
salvato il mondo dalla “religio”→ cita quindi l'episodio di
Ifigenia, figlia di Agamennone, che fu sacrificata per propiziare la
flotta greca in partenza per Troia.
Secondo Lucrezio la religione è spesso causa di eventi empi e
scellerati (come lo fu l'uccisione di Ifigenia).
I Libro –
Gli Atomi
In questo libro Lucrezio si occupa della fisica epicurea: gli atomi
sono invisibili e innumerevoli e formano e disfano i corpi
aggregandosi e disaggregandosi nel loro incessante movimento nello
spazio vuoto. Quindi nulla si crea e nulla si distrugge e non c'è
altra materia oltre a quella costituita dagli atomi. Questa materia è
eterna perché gli atomi sono indistruttibili.
Nell'ultima parte del libro afferma e dimostra l'infinità
dell'universo.
II Libro – Il Clinamen
L'atarassìa (l'imperturbabilità) del sapiente viene contrapposta
alla stoltezza degli uomini, divorati dalle passioni. Poi Lucrezio
parla ancora del movimento degli atomi che si combinano grazie al
CLINAMEN, cioè l'inclinazione che modifica le traiettorie degli
atomi. Nell'ultima parte del libro Lucrezio afferma che secondo lui
esistono infiniti altri mondi che si formano, crescono e poi
periscono esattamente come il nostro.
III Libro –
L'Anima
Prima celebra Epicuro, poi tratta dell'anima (principio vitale
diffuso in tutto il corpo) e dell'animus (la mente, sede delle
facoltà razionali): per Lucrezio sono anch'essi fatti di atomi che
si disperderanno al momento della morte. Nel momento in cui l'uomo
muore cessa per lui ogni forma di conoscenza, sensibilità e
sofferenza.
IV Libro –
Le Sensazioni
Le sensazioni sono provocate da atomi sottilissimi (i Simulacri) che
si staccano dagli oggetti e dai corpi e vanno a colpire i sensibili
V Libro –
L'Universo
Secondo Lucrezio l'universo non è eterno e non è stato creato dagli
dei, ma si è formato dalla casuale aggregazione degli atomi.
VI Libro – I
Fenomeni Naturali
Lucrezio descrive i fenomeni meteorologici (tuoni, fulmini, etc.) e
naturali (terremoti, eruzioni vulcaniche, etc.) che provocano timore
negli uomini e che, in realtà, possono essere spiegati in modo
scientifico. Nell'ultima parte del libro parla delle epidemie e
descrive anche la terribile peste di Atene del 430 a.C.
Struttura e linguaggio
I 6 libri sono raggruppati a 2 a 2 (diadi)
-
i primi due libri parlano degli atomi (Fisica)
-
i secondi due parlano dell'uomo (Antropologia)
-
gli ultimi due parlano del mondo (Cosmologia)
Ogni libro è strutturato con un proemio iniziale e una parte finale
che contiene un tema specifico connesso a quanto precede.
I difetti
Molti lo ritengono un poema incompiuto (manca una revisione finale e
mancano alcune parti che Lucrezio aveva dichiarato
di voler scrivere). Questa incompiutezza è probabilmente dovuta sia
alla sua morte prematura, sia al suo stile poetico meno raffinato ed
elegante rispetto ai poeti successivi.
Per quanto riguarda il linguaggio ci sono molte ripetizioni che
Lucrezio usa per ribadire alcuni concetti già espressi e che sono
tipiche della poesia greca.
Le apostrofi al destinatario
Nel poema ci sono frequenti apostrofi al destinatario (sia a Memmio che al lettore generico) e un largo uso di “quindi”, “dunque”,
“inoltre”→ in questo modo il poeta sembra instaurare un vero
dialogo con il lettore.
Rusticità e arcaismi
Il poema è stato definito “rustico” in quanto usa vocaboli di
utilizzo quotidiano (e questo è un aspetto sicuramente voluto da
Lucrezio che corrisponde all'intento divulgativo dell'opera).
Il tratto più caratteristico del suo stile è l'arcaismo, cioè
l'uso di arcaismi morfologici, asindeti, figure di suono, etc.
Lessico
Il lessico è molto innovativo: sono presenti molti termini
scientifici e filosofici latini che traducono termini fino ad allora
espressi con parole greche.
martedì 26 luglio 2016
RIASSUNTO LA MARCHESANA DEL MONFERRATO
V Novella - I
Giornata - La Marchesana del Monferrato
La novella è
narrata da Fiammetta e racconta del re di Francia, Filippo Augusto, innamoratosi della Marchesa del Monferrato che non ha mai conosciuto, ma di cui ha sentito a lungo decantare la bellezza. In
partenza per la terza crociata, il re decide di fare una deviazione
per far visita alla donna e sedurla.
Giunto sul luogo fa
avvisare la Marchesa che il giorno dopo si sarebbe recato a pranzo da
lei.

Il giorno dopo il re
ha modo di constatare che la marchesa è davvero bellissima e si
accomoda a tavola deciso a conquistarla.
Il pranzo ha inizio e iniziano ad essere servite galline, poi arrivano galline e infine ancora galline..
Il re è piuttosto stupito: sa bene che quei luoghi sono ricchi di pregiata selvaggina e non capisce perché non gli vengano serviti altri cibi.
Il pranzo ha inizio e iniziano ad essere servite galline, poi arrivano galline e infine ancora galline..
Il re è piuttosto stupito: sa bene che quei luoghi sono ricchi di pregiata selvaggina e non capisce perché non gli vengano serviti altri cibi.
Così, alludendo a
sé stesso e al suo desiderio di conquistarla, domanda alla donna se in
quel luogo vi siano soltanto galline e nessun gallo, al ché la Marchesa
risponde che le galline, come le femmine, sono tutte uguali, per
quanto vestite o cucinate in modo differente. Così dicendo spegne
gli ardori del re che infatti, finito il pranzo, rinuncia ai suoi propositi e riparte per la
crociata.
SIGNIFICATO della novella
La Marchesa, per far capire al re che deve andarsene, allude al fatto che anche le donne, come le galline, sono tutte uguali...
Il fatto che lei sia Marchesa, che sia bella e ben vestita, non la rende diversa da qualunque altra donna e quindi, implicitamente, vuol dire al re che non avrebbe dovuto fare tutta quella strada per cercare di conquistarla visto che le donne sono ovunque nel mondo, egualmente belle e desiderabili.
Boccaccio in questa novella ha voluto mettere in luce la capacità delle donne di tenere testa a possibili spasimanti e al fatto che in assenza del proprio marito esse sono in grado di organizzare banchetti e ricevere personalità illustri.
SIGNIFICATO della novella
La Marchesa, per far capire al re che deve andarsene, allude al fatto che anche le donne, come le galline, sono tutte uguali...
Il fatto che lei sia Marchesa, che sia bella e ben vestita, non la rende diversa da qualunque altra donna e quindi, implicitamente, vuol dire al re che non avrebbe dovuto fare tutta quella strada per cercare di conquistarla visto che le donne sono ovunque nel mondo, egualmente belle e desiderabili.
Boccaccio in questa novella ha voluto mettere in luce la capacità delle donne di tenere testa a possibili spasimanti e al fatto che in assenza del proprio marito esse sono in grado di organizzare banchetti e ricevere personalità illustri.
domenica 24 luglio 2016
SCHEMA NUMERI IN INGLESE
-
0
zero
18
eighteen
¼
quarter
19
nineteen
½
half
20
twenty
¾
three quarters
21
twenty-one
1
one
10
ten
2
two
20
twenty
3
three
30
thirty
4
four
40
fourty
5
five
50
fifty
6
six
60
sixty
7
seven
70
seventy
8
eight
80
eighty
9
nine
90
ninety
10
ten
100
One hundred
11
eleven
101
One hundred and one
12
twelwe
1.000
One thousand
13
thirteen
1.001
One thousand and one
14
fourteen
10.000
Ten thousand
15
fifteen
10.001
Ten thousand and one
16
sixteen
1.000.000
One million
17
seventeen
1.000.000.000
One billion
venerdì 22 luglio 2016
CRIN D'ORO CRESPO E D'AMBRA PARAFRASI
Parafrasi della poesia di Pietro Bembo "Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura"
1 Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura,
Ch'a l'aura su la neve ondeggi e vole,
Occhi soavi e più chiari che 'l sole,
Da far giorno seren la notte oscura,
5 Riso, ch'acqueta ogni aspra pena e dura,
Rubini e perle, ond'escono parole
Sì dolci, ch'altro ben l'alma non vòle,
Man d'avorio, che i cor distringe e fura,
9 Cantar, che sembra d'armonia divina,
Senno maturo a la più verde etade,
Leggiadria non veduta unqua fra noi,
12 Giunta a somma beltà somma onestade,
Fur l'esca del mio foco, e sono in voi
Grazie, ch'a poche il ciel largo destina.
Parafrasi
Capelli biondi come l'oro, lucenti e trasparenti come l'ambra
che all'aria ondeggiate e volate sul viso candido,
occhi dolci più luminosi del sole,
tanto da trasformare la notte in un giorno sereno,
sorriso che calma anche le pene più crudeli,
rubini e perle da cui escono parole
così dolci che l'anima non desidera altra gioia,
mano bianchissima che incatena e ruba i cuori,
un canto che sembra musica divina,
saggezza in giovane età,
grazia mai vista fra gli uomini,
unita ad una grandissima bellezza e ad una grandissima onestà,
furono l'esca da cui sprigionò la mia passione e sono grazie
che a poche creature il cielo concede con tanta generosità.
Antitesi= V. 4 "giorno seren... notte oscura", V. 10 "senno maturo.... verde etate"
Dittologia= V. 1 "tersa e pura", V. 2 "ondeggi e vole", V. 5 "pena e dura", V. 8 "distringe e fura"
Iperbole= V. 3 "più chiari che 'l sole", V. 5 "ch'acquesta ogni aspra pena e dura", V. 9 "che sembra d'armonia divina", V. 14 "ch'a poche il ciel largo destina"
Enjambement= V. 6 "parole/sì dolci", V. 13 "sono in voi/grazie"
Allitterazione= V. 1 della R (cRin d'oRo d'ambRa teRsa e puRa),
Metafora= V. 1 "Crin d'oro crespo e d'ambra", V. 6 "rubini e perle", V. 8 "man d'avorio"
1 Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura,
Ch'a l'aura su la neve ondeggi e vole,
Occhi soavi e più chiari che 'l sole,
Da far giorno seren la notte oscura,
5 Riso, ch'acqueta ogni aspra pena e dura,
Rubini e perle, ond'escono parole
Sì dolci, ch'altro ben l'alma non vòle,
Man d'avorio, che i cor distringe e fura,
9 Cantar, che sembra d'armonia divina,
Senno maturo a la più verde etade,
Leggiadria non veduta unqua fra noi,
12 Giunta a somma beltà somma onestade,
Fur l'esca del mio foco, e sono in voi
Grazie, ch'a poche il ciel largo destina.
Parafrasi
Capelli biondi come l'oro, lucenti e trasparenti come l'ambra
che all'aria ondeggiate e volate sul viso candido,
occhi dolci più luminosi del sole,
tanto da trasformare la notte in un giorno sereno,
sorriso che calma anche le pene più crudeli,
rubini e perle da cui escono parole
così dolci che l'anima non desidera altra gioia,
mano bianchissima che incatena e ruba i cuori,
un canto che sembra musica divina,
saggezza in giovane età,
grazia mai vista fra gli uomini,
unita ad una grandissima bellezza e ad una grandissima onestà,
furono l'esca da cui sprigionò la mia passione e sono grazie
che a poche creature il cielo concede con tanta generosità.
Figure retoriche
Dittologia= V. 1 "tersa e pura", V. 2 "ondeggi e vole", V. 5 "pena e dura", V. 8 "distringe e fura"
Iperbole= V. 3 "più chiari che 'l sole", V. 5 "ch'acquesta ogni aspra pena e dura", V. 9 "che sembra d'armonia divina", V. 14 "ch'a poche il ciel largo destina"
Enjambement= V. 6 "parole/sì dolci", V. 13 "sono in voi/grazie"
Allitterazione= V. 1 della R (cRin d'oRo d'ambRa teRsa e puRa),
Metafora= V. 1 "Crin d'oro crespo e d'ambra", V. 6 "rubini e perle", V. 8 "man d'avorio"
giovedì 21 luglio 2016
RIASSUNTO COME GEMELLE PIRANDELLO
La novella "Come Gemelle" di Pirandello racconta le vicende del marchese don Camillo Righi, la cui moglie sta per avere un bambino. L'uomo, cacciato via dalla donna in preda alle doglie, si rifugia nel buio della sua stanza per sfuggire alle urla di dolore e per riflettere sulla loro vita matrimoniale.
Don Camillo si sente quasi in colpa per le sofferenze che la donna sta passando, sa di non amarla, sente che quel figlio non è frutto del loro amore, ma di una routine che non rende felici nessuno dei due. E infatti, mentre si tappa le orecchie per non udire lo strazio della moglie, arriva un uomo ad avvisarlo che Carla, la sua amante, vorrebbe averlo a casa un momento perché anche lei sta per partorire.
Il marchese è sconvolto, non sa che fare.. poi si decide ad andare, sapendo che per la moglie c'è ancora tempo e che è ben assistita dal medico.
Arrivato a casa dell'amante la trova che passeggia per casa, dolorante e affaticata, ma comunque piena della sua solita vitalità.
Carla si ritira un momento e, dopo pochi momenti, dà alla luce una bambina. Poi chiede un bacio all'uomo e lo rimanda dalla moglie.
Arrivato a casa, però, il marchese scopre che sua moglie è morta mentre partoriva una bambina. Nei mesi seguenti la piccola orfana viene mandata a balia, ma cresce poco, è smunta e scheletrita. Quando il marchese va a trovare Carla trova invece una bella bambina florida e sana. L'uomo spiega la situazione della piccola e la donna si offre di allattarla insieme a sua figlia. Don Camillo è combattuto, poi decide per il bene della piccola e fa trasferire tutti a Fabriano dove Carla prende a nutrire la piccola orfana che subito riprende forze e colore.
Il marchese sa di aver dato scandalo e che adesso, a Roma, tutti parlano di loro, ma è felice che le due bambine crescano insieme, quasi come fossero gemelle.
Don Camillo si sente quasi in colpa per le sofferenze che la donna sta passando, sa di non amarla, sente che quel figlio non è frutto del loro amore, ma di una routine che non rende felici nessuno dei due. E infatti, mentre si tappa le orecchie per non udire lo strazio della moglie, arriva un uomo ad avvisarlo che Carla, la sua amante, vorrebbe averlo a casa un momento perché anche lei sta per partorire.

Arrivato a casa dell'amante la trova che passeggia per casa, dolorante e affaticata, ma comunque piena della sua solita vitalità.
Carla si ritira un momento e, dopo pochi momenti, dà alla luce una bambina. Poi chiede un bacio all'uomo e lo rimanda dalla moglie.
Arrivato a casa, però, il marchese scopre che sua moglie è morta mentre partoriva una bambina. Nei mesi seguenti la piccola orfana viene mandata a balia, ma cresce poco, è smunta e scheletrita. Quando il marchese va a trovare Carla trova invece una bella bambina florida e sana. L'uomo spiega la situazione della piccola e la donna si offre di allattarla insieme a sua figlia. Don Camillo è combattuto, poi decide per il bene della piccola e fa trasferire tutti a Fabriano dove Carla prende a nutrire la piccola orfana che subito riprende forze e colore.
Il marchese sa di aver dato scandalo e che adesso, a Roma, tutti parlano di loro, ma è felice che le due bambine crescano insieme, quasi come fossero gemelle.
mercoledì 20 luglio 2016
TRAMA CYRANO DE BERGERAC
"Cyrano de Bergerac" è una commedia in cinque atti, scritta da Edmond Rostand nel 1897. Ambientata nella metà del '600, fu rappresentata per la prima volta a Parigi, al Teatro de la Porte Saint-Martin, nel 1897 ottenendo subito un grandissimo successo.
Trama
Cyrano de Bergerac, soldato, poeta e spadaccino, è un giovane afflitto da un grosso e ingombrante nasone. A causa di questo difetto si è convinto che nessuna donna potrà mai amarlo e, per compensare in parte a questa mancanza, è diventato molto abile con la spada e nel comporre versi.
Cyrano ha una cugina, Rossana, molto piacente e corteggiata, di cui anch'egli è invaghito.
Un giorno, dopo un incredibile duello con un uomo che aveva osato importunarla, Cyrano riceve un messaggio dalla cugina per un appuntamento segreto e si convince che lei voglia confessargli il suo amore. Purtroppo per lui, invece, Rossana è innamorata di un altro giovane, il cadetto Christian de Neuvillette, con cui non ha mai scambiato una parola, ma che ritiene possedere tutte le migliori doti che un uomo dovrebbe avere. In nome della loro amicizia, Rossana chiede a Cyrano di aiutarla a conquistarlo e il giovane mette da parte i suoi sentimenti per mantenere fede all'impegno preso.
Da quel momento egli offre la sua capacità poetica a Christian, scrivendo per lui ogni giorno una lettera destinata a Rossana.
Addirittura una notte, sotto il balcone della giovane, Cyrano fa da suggeritore a Christian e poi, favorito dall'oscurità, si ritrova lui stesso a parlare d'amore fingendo di essere l'amico.
Poco dopo, però, scoppia una guerra e i due soldati vengono mandati al fronte.
Qui Cyrano continua a scrivere lettere d'amore sotto il nome di Christian e Rossana, ormai perdutamente innamorata, non resiste a sapere il suo amore così lontano e si reca in segreto nella zona dove infuria la guerra.
Questo gesto convince Christian che siano state le lettere, e quindi le parole d'amore di Cyrano, ad aver fatto innamorare la giovane e insiste perché l'amico confessi tutto alla ragazza.
Prima che Cyrano possa farlo, però, Christian viene ferito a morte e Cyrano compie un ultimo gesto di amicizia sussurrando all'orecchio dell'amico morente di aver raccontato tutto e che Rossana aveva confermato l'amore per Christian.
Dopo la morte di quello che crede il suo appassionato amante, Rossana si chiude in un convento e, per molti anni, Cyrano si reca da lei ogni sabato per farle visita. Un pomeriggio cade in un'imboscata, e viene ferito gravemente. Nonostante questo riesce ad arrivare al convento dove Rossana gli chiede di leggere l'ultima lettera scritta da Christian, ma Cyrano, ferito e frastornato, si confonde e invece di leggere, recita la lettera a memoria.
Solo allora, mentre Cyrano sta morendo, Rossana si rende conto che è lui l'uomo che le ha sempre scritto quelle bellissime parole e che nel tempo l'ha fatta innamorare.
Trama
Cyrano de Bergerac, soldato, poeta e spadaccino, è un giovane afflitto da un grosso e ingombrante nasone. A causa di questo difetto si è convinto che nessuna donna potrà mai amarlo e, per compensare in parte a questa mancanza, è diventato molto abile con la spada e nel comporre versi.
Cyrano ha una cugina, Rossana, molto piacente e corteggiata, di cui anch'egli è invaghito.
Un giorno, dopo un incredibile duello con un uomo che aveva osato importunarla, Cyrano riceve un messaggio dalla cugina per un appuntamento segreto e si convince che lei voglia confessargli il suo amore. Purtroppo per lui, invece, Rossana è innamorata di un altro giovane, il cadetto Christian de Neuvillette, con cui non ha mai scambiato una parola, ma che ritiene possedere tutte le migliori doti che un uomo dovrebbe avere. In nome della loro amicizia, Rossana chiede a Cyrano di aiutarla a conquistarlo e il giovane mette da parte i suoi sentimenti per mantenere fede all'impegno preso.
Da quel momento egli offre la sua capacità poetica a Christian, scrivendo per lui ogni giorno una lettera destinata a Rossana.
Addirittura una notte, sotto il balcone della giovane, Cyrano fa da suggeritore a Christian e poi, favorito dall'oscurità, si ritrova lui stesso a parlare d'amore fingendo di essere l'amico.
Poco dopo, però, scoppia una guerra e i due soldati vengono mandati al fronte.

Questo gesto convince Christian che siano state le lettere, e quindi le parole d'amore di Cyrano, ad aver fatto innamorare la giovane e insiste perché l'amico confessi tutto alla ragazza.
Prima che Cyrano possa farlo, però, Christian viene ferito a morte e Cyrano compie un ultimo gesto di amicizia sussurrando all'orecchio dell'amico morente di aver raccontato tutto e che Rossana aveva confermato l'amore per Christian.
Dopo la morte di quello che crede il suo appassionato amante, Rossana si chiude in un convento e, per molti anni, Cyrano si reca da lei ogni sabato per farle visita. Un pomeriggio cade in un'imboscata, e viene ferito gravemente. Nonostante questo riesce ad arrivare al convento dove Rossana gli chiede di leggere l'ultima lettera scritta da Christian, ma Cyrano, ferito e frastornato, si confonde e invece di leggere, recita la lettera a memoria.
Solo allora, mentre Cyrano sta morendo, Rossana si rende conto che è lui l'uomo che le ha sempre scritto quelle bellissime parole e che nel tempo l'ha fatta innamorare.