La lingua parlata in Italia attraverso i secoli
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Periodo preromano
(fino al 754 a.C.)
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Si parlano le
lingue dei popoli italici: etrusco, ligure, gallico, veneto, piceno, latino, osco. Fra queste si impone,
in seguito alla conquista romana il
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Dominio romano
(III secolo a.C.-
IV
secolo d.C.)
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LATINO
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Fine
dell’impero romano d’Occidente
(476 d.C.)
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Il latino,
adeguandosi via via alle forme della lingua parlata
(sermo vulgaris
o latino volgare), si frantuma nelle parlate regionali
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Regni romano germanici
(secoli V-X)
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Il tessuto della
lingua si arricchisce di apporti germanici. Nelle varie regioni vengono
formandosi i dialetti, fra i quali il toscano acquista tanta preminenza da
imporsi sugli altri e dando origine alla lingua italiana
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Età dei
Comuni
(secoli XI – XIV)
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Si parla nei vari
dialetti. Si scrivono per lo più in latino le opere di cultura, ma
l’italiano è ormai usato dai grandi scrittori (Dante, Petrarca,
Boccaccio), che ne forniscono validi modelli
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Età delle Signorie
(secoli XIV-XV)
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Si torna allo
studio del latino del periodo classico e dei grandi scrittori. Si parla
italiano alla corte dei Signori, mentre i dialetti rimangono la lingua viva
del popolo
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Invenzione della
stampa e scoperta di nuove terre
(secolo XVI)
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Si discute
sull’italiano (questione della lingua) e se ne fissano regole
ortografiche e grammaticali. Entrano nel lessico parole nuove per indicare,
ad esempio, i prodotti provenienti dal nuovo mondo.
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Dominazioni
straniere
(secolo XVII)
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Si parla nei vari
dialetti. L’italiano assorbe parole francesi e spagnole.
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Illuminismo
(secolo XVIII)
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Scompare il latino
anche dalle opere scientifiche; resta come lingua della Chiesa
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Unità
d’Italia
(1860)
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Si parla nei vari dialetti.
Comincia la storia dell’italiano, come lingua unificata di comunicazione
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Secolo XX e XI
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L’Italiano si
diffonde presso sempre più ampi strati di popolazione per
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