In Cina ci sono prove dell'esistenza di una miniera di carbone risalente più o meno al 1000 a.c. ; sappiamo che anche i greci lo utilizzavano: dopo averlo ridotto in polvere lo mischiavano al vino per curare il mal di denti. In epoca romana, in Inghilterra, il carbone veniva utilizzato non solo per riscaldarsi, ma anche per creare monili e ornamenti di vario genere dato il suo colore nero lucente.
Nel tardo Medioevo veniva usato dai fabbri per produrre la calce, il sale e per fornire quel minimo di energia necessaria alla vita domestica.
Fu poi intorno al 1750, con la Rivoluzione Industriale, che il carbone acquistò la sua vera importanza diventando la principale fonte energetica dell'uomo.
La crescita della sua produzione va di pari passo con lo sviluppo dell’industrializzazione, che origina in Inghilterra e poi si propaga in Europa e nel resto del mondo.
Fu proprio grazie al carbone che venne messa a punto l'invenzione della macchina a vapore da parte di James Watt: con il carbone, infatti, si alimentava il fuoco
che trasformava l’acqua in vapore.
La forza motrice del
vapore era utilizzata in moltissimi campi: nell’industria siderurgica,
in agricoltura, nell’industria tessile e per i trasporti.
All’inizio del 19esimo secolo il
carbone veniva anche utilizzato per l’illuminazione pubblica
mediante il cosiddetto “gas di città” ricavato dal carbone
attraverso un processo di gassificazione. Tale applicazione era frequente
soprattutto nelle grandi aree urbane come Londra, Parigi e New York.
Nel 1882, grazie a Thomas Edison, fu messo a punto un impianto di produzione
elettrica alimentato a carbone che entrò in funzione a New
York e che forniva elettricità per illuminare
le abitazioni.
Nel corso del 1900 l’utilizzo
del carbone si è concentrato sempre più nell’ambito industriale, soprattutto in quella elettrica, siderurgica e del
cemento, mentre è diminuito l’utilizzo per il riscaldamento domestico ed è scomparso praticamente del quello impiegato nei trasporti.
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