mercoledì 20 dicembre 2017

VERBI MODALI IN INGLESE

MODAL VERB

USO

ESEMPIO

CAN

Capacità (di fare qualcosa)

Permesso/Richiesta

I can swim (so nuotare)

Can I use your car, please?

COULD

Capacità nel passato (passato di can)


Permesso/richiesta (più educata)


Suggerimento


Probabilità

I couldn't swim (non ero capace a nuotare)


Could I use your car, please?


We could go to the park


He could be at home now

MAY

Permesso/richiesta educata

Probabilità (più probabile di “could”)

May I use your car, please?

She may be at home

MIGHT

Stesso uso di “may”


SHOULD

Consiglio

Probabilità reale

You should go to the doctor

He should be at home now

MUST

Obbligo

Probabilità molto elevata

You must go to school

He must be at home now

SHALL

Obbligo in documenti ufficiali


Suggerimento/invito

You shall pay a fine of 100 dollars

Shall we dance?

WILL

Azione volontaria

Promessa

Previsione

I will help you with homework

I will call you at 9 p.m.

Tomorrow it will be sunny

WOULD

Condizionale


Passato di “will”


Azione continuata nel passato

If I had money, I would buy a boat

He said he would come

When I lived in Rome, I would always go to Villa Borghese


mercoledì 13 dicembre 2017

RIASSUNTO IL REGNO DI CARLO V

Carlo d'Asburgo salì al trono col nome di Carlo V.
Fu Imperatore del Sacro Romano Impero--> re di Spagna, di Napoli, della Sicilia, della Sardegna e di vasti territori in Austria, Boemia, Paesi Bassi e Francia (nemmeno Carlo Magno era stato sovrano di un territorio così vasto.. per questo si dice tradizionalmente che "sul suo impero non tramontasse mai il sole").
Carlo riuscì a diventare imperatore comprando letteralmente i voti dei principi tedeschi, ma nella sua corsa al trono si scontrò a lungo con l'altro pretendente al titolo, Francesco I, re di Francia, con cui si troverà spesso in conflitto anche dopo essere diventato imperatore.

A livello interno Carlo ebbe vari problemi in Spagna (rivolta dei comuneros) e nei territori tedeschi dove aveva preso piede la Riforma di Lutero--> i principi tedeschi avevano aderito alla Riforma anche per contrastare il principio accentratore di Carlo e si erano riuniti nella Lega di Samalcalda--> nell'impero coesistevano quindi due fazioni: una cattolica e una protestante, che si fronteggiarono a lungo.

Il Sacco di Roma (1527)
Oltre a questi conflitti Carlo V lottò a lungo con la Francia per il predominio in Italia: i due eserciti si scontrarono e i francesi furono sconfitti a Pavia. Francesco I venne imprigionato e fu costretto a cedere Milano e la Borgogna in cambio della libertà (pace di Madrid 1526).

La lotta fra i due sovrani comunque proseguì--> Francesco cercò di attirare tutti i nemici di Carlo in una lega anti-asburgica (la Lega di Cognac) --> vi parteciparono Firenze, Milano, Enrico VIII (Re inglese) e il papato con Clemente VI.
Fu proprio l'adesione del papa a provocare una reazione nell'imperatore Carlo---> 12 mila soldati mercenari, i Lanzichenecchi, assediarono Roma e la occuparono in quello che è conosciuto come il sacco di Roma.
Per 8 mesi Roma fu letteralmente saccheggiata, mentre il Papa stava rintanato a Castel Sant'Angelo. Ad un certo punto anche i lanzichenecchi iniziarono ad avere difficoltà nel portare avanti l'assedio alla città e Carlo V e papa Clemente trovano un accordo nella Pace di Cambrai (anche detta "Pace delle due dame", cioè la zia di Carlo e la mamma di Francesco)--> Francesco rinunciò a Milano e Carlo alla Borgogna.

Il conflitto coi Turchi
Nel 1500 c'erano 3 importanti stati musulmani:
  • l'Impero Ottomano (Tunisia, Egitto, Grecia, Siria)
  • l'Impero Savafide (Persia-->Iran odierno)
  • l'Impero Moghul (India)
L'Impero Ottomano era il più potente e, sotto il regno di Solimano, raggiunse il cuore dell'Europa (Ungheria- Vienna) trovando l'appoggio di Francesco I, mentre Carlo V si alleò con il sultano dell'Iran che era rivale di Solimano.
Con l'alleanza di forze che per tradizione e per religione erano sempre state opposte tramontava in quegli anni l'idea della cristianità da un lato e degli "infedeli" dall'altro che aveva a lungo dominato la scena bellica degli ultimi secoli.

La ripresa delle ostilità
Dopo la morte di Francesco Sforza, duca di Milano, ripresero anche le ostilità fra Francia e Spagna per il dominio del ducato milanese. Papa Paolo III riuscì a portare i due sovrani a una pace per essere uniti contro la minaccia turca--> Pace di Nizza: Milano rimase di proprietà dell'Impero (Carlo V) mentre la Savoia passò alla Francia.
Francesco I (sovrano di Francia) morì nel 1547 e salì al trono Enrico II che spostò l'asse del conflitto dall'Italia alla Germania (dove fu appoggiato dai principi luterani).
Nel 1555 Carlo V risolse il conflitto coi principi tedeschi grazie alla Pace di Augusta---> i sudditi furono obbligati a seguire la fede del loro principe--> "cuius regio eius religio" che significa che a seconda di chi governava i sudditi dovevano adattarsi alla sua religione.
La Pace di Augusta fu molto importante perché, per la prima volta nella storia, due religioni diverse ricevevano pari riconoscimento.

Fine del regno di Carlo V
Nel 1556 Carlo V abdica e divide l'Impero in due parti:
  • al fratello Ferdinando va la corona imperiale e le terre di Asburgo, Boemia e Ungheria. 
  • Al figlio Filippo II va il Regno di Spagna, Milano, Napoli i Paesi Bassi e le colonie americane. 
Carlo V morì in convento nel 1558.

domenica 10 dicembre 2017

RIASSUNTO NICCOLO CUSANO

Niccolò Cusano è considerato il maggior rappresentante del platonismo rinascimentale.
Era tedesco, fu cardinale e vescovo.
La sua opera principale è "La dotta ignoranza".
Secondo Cusano la conoscenza è possibile solo quando c'è proporzione fra ciò che si sa e ciò che non si sa--> se ciò che si vuole conoscere è lontanissimo da ciò che si sa già, allora è meglio ammettere la propria ignoranza che in questo caso diventa "dotta", cioè consapevole e fondata su buoni motivi.


Questo è il caso che riguarda la conoscenza di Dio, che è infinito: l'uomo, essendo finito, non potrà mai avvicinarsi abbastanza alla conoscenza di Dio (consapevolezza dei propri limiti).
Si può quindi parlare di teologia negativa: il sapiente non è chi conosce la verità, ma chi conosce la propria ignoranza ed è quindi consapevole dei propri limiti (-->Socrate: so di non sapere).



Secondo Cusano Dio è coincidenza degli opposti-->in Dio ci sono tutte le cose e il loro contrario.
Oltre a ciò, Cusano nega che la parte celeste del mondo abbia una perfezione assoluta--> tutte le parti del mondo hanno lo stesso valore e nessuna ha la perfezione di Dio.
Per Cusano il mondo non ha un centro e una circonferenza (come sosteneva Aristotele), ma il centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo perché la circonferenza e il centro sono Dio stesso che è ovunque e in nessun luogo.
Non essendoci un centro, la Terra non è al centro del mondo--> la Terra è una stella che ha luce e colore come le altre stelle e come ci sono abitanti sulla Terra, così ce ne possono essere sulle altre stelle.
Cusano anticipò in qualche modo il principio d'inerzia--> egli sostenne che ogni corpo persevera nel suo movimento finché il peso o altri ostacoli lo rallentano o lo fermano.

sabato 9 dicembre 2017

PARAFRASI LETTERA AL VETTORI MACHIAVELLI

Durante l'esilio all'Albergaccio, nel dicembre del 1513, Machiavelli scrive la famosa Lettera al Vettori, ambasciatore fiorentino presso il Papa.

Parafrasi
Illustre ambasciatore.
Le grazie ricevute da Dio, anche se arrivano tardi, sono sempre gradite.
["Tarde non furon mai grazie divine" è un verso di Petrarca: Machiavelli vuol dire all'amico che aveva aspettato con ansia la sua lettera].
Dico questo perché mi sembrava di aver non perduto, ma smarrito la vostra benevolenza perché siete stato tanto tempo senza scrivermi e mi chiedevo quale potesse essere il motivo. E tra tutti quelli che mi venivano in mente, tenevo per buono solo quello che mi convinceva di più, e cioè che vi fosse stato scritto che io non ero stato un buon custode (massaio) delle vostre lettere, ma in realtà io non le ho mostrate a nessuno, tranne che a Filippo e Pagolo.
Ho riavuto il piacere della vostra benevolenza con la lettera del giorno 23 [di Novembre] in cui ho letto che svolgete il vostro incarico [di ambasciatore] in modo tranquillo e pacifico e io vi invito a continuare in questo modo perché chi dimentica il proprio comodo per fare il comodo degli altri perde il proprio e non gli viene nemmeno detto grazie.
E siccome la Fortuna vuole fare i suoi comodi, è meglio lasciarla stare e non contrastarla (darle briga), aspettando che essa permetta agli uomini di agire in qualche modo e allora voi dovrete lavorare di più, stare più attento e io sarò pronto a dirvi "Eccomi".
Stando così le cose, non posso far altro, per rendervi il favore che mi avete fatto [raccontandomi della vostra vita attuale], che raccontarvi come trascorro le mie giornate e se voi pensate che la mia vita possa essere scambiata con la vostra, io sarò contento di farlo.

Adesso vivo in campagna e da quando sono successe tutte quelle cose nella mia vita [accusato di congiura contro i Medici, Machiavelli fu arrestato e poi rilasciato], non sono stato a Firenze che 20 giorni, a metterli tutti insieme. Fino ad oggi mi sono dedicato alla caccia ai tordi. Mi alzavo prima dell'alba, preparavo le trappole [impaniavo] e mi incamminavo con un carico di gabbie che sembravo il Geta quando tornava dal porto coi libri di Anfitrione [il Geta è il protagonista di una novella]; riuscivo a catturare dai due ai sei tordi. E in questo modo ho trascorso il mese di Settembre. Poi questo passatempo, sebbene diverso ed estraneo alla mia vita, è venuto a mancarmi e ora vi dirò come conduco adesso la mia vita.
Mi alzo all'alba, vado in un bosco di mia proprietà che sto facendo tagliare e passo almeno due ore rivedendo il lavoro fatto il giorno prima e per ascoltare le liti che i taglialegna hanno fra loro o coi loro vicini. E su questo bosco avrei mille cose da raccontarvi che mi sono accadute, sia con Frosino da Panzano sia con altri che erano interessati alla mia legna. Frosino, ad esempio, aveva mandato a prendere alcune cataste di legna senza dirmi nulla e mi voleva trattenere 10 lire sul pagamento sostenendo che me le aveva vinte giocando alla Cricca [gioco di carte] quattro anni prima in casa di Antonio Guicciardini. Io ho iniziato a fare il matto, volevo accusare di furto il il carrettiere che aveva trasportato la legna. Alla fine (tandem) si è messo di mezzo Giovanni Machiavelli che ha trovato un accordo.
Batista Guicciardini, Filippo Ginori, Tommaso del Bene e diversi altri cittadini mi hanno comprato delle cataste di legna, quando ha iniziato a soffiare la tramontana [cioè si è messo a fare freddo]. Io ho voluto accontentare tutti; ne ho mandata una catasta a Tommaso che però me ne ha pagata solo la metà perché ad accatastarla c'erano lui con la moglie, la fantesca e i figli che sembrava il Gaburra quando bastona il bue di giovedì. Così, vedendo qual era il guadagno, ho detto agli altri che non avevo più legna e tutti si sono arrabbiati, soprattutto Batista che mette questo fatto insieme alle altre sciagure di Prato.

Dopo essere andato via dal bosco, mi reco ad una fonte e da qui in una mia proprietà dove ho messo le trappole per gli uccelli. Ho sempre con me un libro: o Dante o Petrarca o uno di quegli autori minori come Tibullo o Ovidio: leggo delle loro passioni e i loro amori mi ricordano i miei; trascorro così piacevolmente parte del mio tempo. Dopo mi reco sulla strada e nell'osteria, parlo con quelli che passano, chiedo notizie dei loro paesi, vengo a sapere di cose nuove e scopro gusti e fantasie di questi uomini. Intanto è arrivata l'ora di pranzo e insieme alla mia gente gente mangio ciò che questa povera campagna e il piccolo patrimonio ci offrono.
Dopo mangiato torno all'osteria dove di solito trovo l'oste, il mugnaio e due fornai. Insieme a loro per tutto il giorno mi perdo a giocare a Cricca, a tric-trac [gioco di dadi] e ne nascono mille litigi e discussioni piene di insulti; il più delle volte si litiga per un centesimo e ci sentono gridare fin da San Casciano. 
Così, perso in queste occupazioni schifose, tengo il cervello fuori dalla muffa e sfogo così la rabbia per la mia sorte, contenta che vedendomi così abbruttito, si vergogni e la smetta di perseguitarmi.

Quando viene la sera me ne torno a casa e vado nel mio studio; sulla soglia mi spoglio dei panni volgari che ho tenuto addosso tutto il giorno e indosso i panni degni di una curia e di un re; così vestito decentemente entro nelle vite degli uomini antichi e, ricevuto con piacere da questi, mi nutro di quel cibo che è solo per me e per il quale io sono fatto; e non mi vergogno di parlare con loro e di chiedergli il motivo delle loro azioni; e quelli, per loro cortesia, mi rispondono; e per quattro ore io non avverto la noia, dimentico le preoccupazioni, non ho paura della povertà e non mi stupisce la morte: così tanto sono assorbito dal mio studio.

E siccome Dante dice che non si impara nulla se non lo si fissa in qualche modo nella propria mente, io ho scritto un libretto "De Principatibus" in cui io ragiono per quanto posso di questo argomento, esaminando i vari tipi di principati, come si conquistano, come si mantiene il potere su di essi e come si perdono. E se in passato avete gradito qualche mio scritto bizzaro, non vedo perché non dovrebbe piacervi anche questo; e anche un principe potrebbe gradirlo, specialmente uno giunto al potere da poco (nuovo)  e per questo io l'ho dedicato a Sua Magnificenza Giuliano de Medici.
Filippo Casavecchia l'ha visto e potrà darvi più dettagli sul libro in sé e sulle cose che io e lui ci siamo detti, anche se io continuo a rimaneggiarne il testo.

Voi vorreste, illustre ambasciatore, che io lasciassi questa vita per venire a godere della vostra. Prima o poi lo farò, ma quello che mi tiene qui sono alcune faccende che avrò risolto fra sei settimane. Una cosa che mi impensierisce se mi venissi lì dove siete voi è la presenza dei Soderini: dovrei vederli e parlare con loro se fossi lì. Avrei paura che al ritorno invece di smontare da cavallo vicino a casa mia, mi troverei direttamente al Bargello [un carcere fiorentino] perché, sebbene questo Stato abbia grandi fondamenta e sicurezze, è pur sempre uno Stato nuovo, appena sorto, e come tale sospettoso; non mancano poi i saccenti, come Paolo Bertini, che sono pronti a metterti nei guai lasciandoti poi a cavartela da solo. Toglietemi questo dubbio che ancora ho e poi sarò pronto a raggiungervi come vi ho detto.

Ho discusso a lungo con Filippo riguardo al mio libretto [il De Principatibus] se fosse meglio darlo [a Giuliano de' Medici] oppure no, se fosse meglio portarglielo direttamente o farglielo avere. Il non darlo mi dava il dispiacere che Giuliano non mi avrebbe neppure letto e che l'Ardinghelli si prendesse il merito di questo mio lavoro. A darlo mi spingeva il bisogno che io ho di non continuare a lungo nello stato in cui mi trovo, perché presto sarò un miserabile senza più denaro. Inoltre mi farebbe piacere che i Medici volessero darmi degli incarichi, fosse anche solo quello di rivoltare un sasso; se poi loro non fossero contenti del mio operato, allora me la potrei prendere solo con me stesso; se poi quest'opera venisse letta si capirebbe che in questi 15 anni che ho trascorso studiando le forme di governo, non ho né dormito né giocato e tutti dovrebbe capire che è importante avere a fianco qualcuno che è così esperto nell'arte di governare.
E della mia lealtà non si dovrebbe dubitare, visto che sono sempre stato leale, non vedo perché dovrei smettere ora di esserlo; e chi è stato fedele e buono per 43 anni, che sono gli anni che ho io adesso, non vedo perché dovrebbe all'improvviso cambiare; la povertà in cui verso è testimone della mia bontà e della mia lealtà.
Fatemi sapere ciò che pensate di quanto vi ho scritto. E vi raccomando, state bene.(Sis felix)


mercoledì 6 dicembre 2017

RIASSUNTO ISRAELE

Lo Stato di Israele nasce il 14 Maggio del 1948 per volere dell'ONU

Confini
NORD= Libano
NORD-EST=Siria
EST=Giordania e Territori Palestinesi
SUD-OVEST=Egitto 
OVEST=Mar Mediterraneo

Moneta=Sheqel
Capitale= Gerusalemme
Forma di governo= Repubblica Parlamentare
Lingue ufficiali= Ebraico e Arabo (si parla moltissimo anche il russo)
Religione= A maggioranza ebraica (circa 80%), ci sono anche musulmani (circa 20%) e cristiani.

TERRITORIO
Il territorio è prevalentemente arido e desertico, anche se possiamo distinguere tre regioni naturali:

  • una fascia costiera, pianeggiante e bagnata da fiumi, che si affaccia sul Mar Mediterraneo
  • un altopiano interno, coltivato a viti, olivi e agrumi
  • una regione desertica a sud (deserto del Negev)
Nell'estremo sud del paese, presso la città di Eilat, Israele ha anche un affaccio sul Mar Rosso. 
La popolazione vive in maggioranza sulla fascia costiera dove il clima è più mite e dove si concentrano le città principali, le industrie e i centri del commercio e del turismo. 


MONTI
Lo Stato di Israele non ha rilievi importanti: le montagne più alte sono infatti il Monte Meron (1208mt) e il Monte Ramon (1037mt)

FIUMI
Il fiume più importante è il Giordano che segna il confine con la Giordania e i territori palestinesi. 
Un altro corso d'acqua con elevata portata è lo Yarqon che scorre a Ovest del paese (vicino a Tel Aviv) e sfocia nel Mar Mediterraneo. 

LAGHI
Lago di Tiberiade (diviso tra Israele e Siria). Al confine con la Gordania si trova anche il Mar Morto, che è un lago salato. 

CLIMA
A livello climatico si possono distinguere due stagioni principali: quella piovosa, invernale, che va da Novembre e Maggio e quella secca, estiva, che va da Giugno a Ottobre. Le temperature sono molto varie, nonostante la modesta estensione del paese e oscillano dai 20°C a punte elevate che sfiorano i 50°C. 
Sulle coste il clima è di tipo mediterraneo. 
Sui rilievi il clima è più fresco e sono possibili le precipitazioni nevose. 



CITTA'
La capitale è Gerusalemme che si trova al confine tra lo Stato israeliano e i territori palestinesi. 
La parte orientale della città è tutt'oggi oggetto di dispute, in quanto è rivendicata dai Palestinesi quale propria capitale. Gerusalemme è un importante centro religioso e culturale, dove convivono ebraismo, cristianesimo e islam.
Altre città importanti sono Tel Aviv, Caifa, Ramat Gan, Bersabea.  




POPOLAZIONE
La popolazione è composta circa per l'80% da Ebrei e per il restante 20% da Arabi.


ECONOMIA
L'economia è basata sul commercio di prodotti alimentari e sull'esportazione di prodotti tecnologici
Si coltivano diffusamente: grano, orzo, vite, olive. Si esportano anche molti agrumi.
Si allevano bovini, suini, ovini e caprini. 
In Israele sono presenti giacimenti di fosfati, rame, petrolio e gas naturali. 
Fiorenti sono le industrie chimiche, petrolchimiche, tessili, alimentari e dell'alta tecnologia.
Nel settore terziario le voci più importanti sono quelle del turismo di tipo religioso (seppur messo spesso in crisi dalla situazione politica instabile) e delle banche.