venerdì 26 febbraio 2016

RIASSUNTO GUERRA DEI 30 ANNI

Quando: dal 1618 al 1648     Dove: Europa Centrale  Chi combatte: Cattolici contro Protestanti

Inizia come conflitto religioso, si trasforma in conflitto politico (lotta per la supremazia in Europa)

Cattolici: Regno di Spagna, Asburgo e Duchi di Baviera
Protestanti: Luterani e Calvinisti (Boemi, Danesi, Svedesi aiutati dalla Francia)

Cause Religiose-->la Pace di Augusta prevedeva che i sudditi dovessero seguire la religione del proprio re (cuius regio, eius religio), ma il Calvinismo non era incluso fra le religioni possibili (solo cattolicesimo e protestantesimo)

Cause Politiche--->da tempo c'era molta discordia fra i principi tedeschi e l'Imperatore degli Asburgo che voleva affermare la propria egemonia su tutta la Germania. Oltre a ciò, la Spagna voleva imporre il proprio predominio sugli stati dell'Impero Germanico.

La Guerra dei 30 anni si divide in 4 periodi:
Periodo Boemo-Palatino
Periodo Danese
Periodo Svedese
Periodo Francese


Inizio guerra
Nel 1618 l'Imperatore tedesco sceglie per la Boemia, una regione a maggioranza protestante, un principe cattolico che, tra i primi provvedimenti, tolse ai cittadini la libertà religiosa.
Questa cosa non piacque alla parte protestante della popolazione-->seguirono tensioni che culminarono nella defenestrazione di Praga
---> causa occasionale della guerra dei 30 anni: due funzionari dell'imperatore vengono buttati giù da una finestra del palazzo reale.

1)Periodo Boemo-Palatino
Dopo la defenestrazione di Praga in Boemia scoppia una vera e propria rivolta contro gli Asburgo che chiedono aiuto alla Spagna. Vincono le forze cattoliche nella definitiva battaglia della Montagna Bianca (1620)
In seguito ci fu una dura repressione in Boemia (molte condanne a morte) e venne scelto come principe un cattolico: Massimiliano I di Baviera

2)Periodo Danese
A questo punto entra nel conflitto la Danimarca che, preoccupata del crescente potere della Spagna dopo questa prima fase di guerra, va in aiuto dei protestanti.La Danimarca era sostenuta dalla Francia che voleva contrastare la politica espansionistica degli Asburgo.
I Danesi vengono sconfitti prima nella Battaglia di Lutter (1626) e poi, quando le truppe cattoliche invadono la Spagna, sono costretti a firmare la Pace di Lubecca (1629) con cui si impegnano a non intervenire più nelle vicende tedesche.

3)Periodo Svedese 
Entra in guerra anche la Svezia, sempre a difesa dei protestanti. Il re Gustavo II di Svezia, finanziato dalla Francia e dai principi protestanti tedeschi, ottiene alcune vittorie, ma poi viene sconfitto nel 1634 dalle forze cattoliche. Viene firmata la Pace di Praga-->questo successo degli Asburgo spinge la Francia ad entrare nel conflitto.

4)Periodo Francese
Con l'ingresso della Francia la Guerra dei 30 anni passa dall'essere uno scontro di tipo religioso ad uno di tipo politico. Luigi XIII (sovrano francese) si allea con Svezia e Paesi Bassi e riesce ad ottenere alcune vittorie sia sul territorio europeo che in mare, contro gli Spagnoli.
Nel frattempo il Regno di Spagna era scosso da crisi finanziarie che portarono i Catalani e i Portoghesi a ribellarsi alla corona e ad allearsi con i Francesi. Alla fine i Francesi sconfiggono gli Asburgo nella battaglia di Rocroi (1643) e si arrendono firmando la Pace di Vestfalia con cui gli Asburgo rinunciavano al loro disegno egemonico sull'Europa.
La Spagna non volle arrendersi e continuò a lottare contro la Francia fino ad essere definitivamente sconfitta (Pace dei Pirenei -1659)

Conseguenze
Religiose: Con la Pace di Vestfalia fu riconfermata la Pace di Augusta e la tolleranza fu estesa anche ai Calvinisti
Politiche: La Germania fu divisa in tanti piccoli stati, agli Asburgo rimase solo il sud della Germania. La Francia ottenne Alsazia, Lorena, Metz, Toul e Verdun.
La Svezia ottenne degli indennizzi (denaro) e alcuni territori



mercoledì 24 febbraio 2016

TESINA SU MALALA YOUSAFZAI

Geografia= Il Pakistan
Storia= Storia dei diritti umani
Italiano= "Io sono Malala" di Malala Yousafzai
Inglese=L'ONU (presso il Palazzo di Vetro Malala ha pronunciato il suo discorso nel 2013)
Francese=Confronto Malala e Giovanna D'Arco (Qui un articolo di Fabiana Giacometti)
Scienze= Il Sistema solare (un asteroide, dal 2012, porta il nome di Malala)
Tecnologia=Le coltivazioni di tabacco (da collegare a geografia) o altre colture tipiche del Pakistan
Arte=Zubeida Agha (prima donna pakistana ad essere considerata un'artista moderna)
Musica=La musica pop simbolo del mondo occidentale


ALTERNATIVE

Storia=Storia del Pakistan
Scienze=Energia nucleare
Inglese= Nelson Mandela (un altro esempio di vita dedicata all'affermazione dei diritti dell'uomo)
Francese= Déclaration universelle des droits de l'homme

martedì 16 febbraio 2016

COME TRASFORMARE I VERBI DA ATTIVI A PASSIVI

Uno schema pratico per trasformare i verbi dall'attivo al passivo e viceversa.


Modo
Tempo
Attivo
Passivo
Indicativo
Presente
Mangio
Sono mangiato
Passato prossimo
Ho mangiato
Sono stato mangiato
Imperfetto
Mangiavo
Ero mangiato
Passato remoto
Mangiai
Fui mangiato
Trapassato prossimo
Avevo mangiato
Ero stato mangiato
Trapassato remoto
Ebbi mangiato
Fui stato mangiato
Futuro semplice
Mangerò
Sarò mangiato
Futuro anteriore
Avrò mangiato
Sarò stato mangiato








Congiuntivo
Presente
Che io mangi
Che io sia mangiato
Passato
Che io abbia mangiato
Che io sia stato mangiato
Imperfetto
Che io mangiassi
Che io fossi mangiato
Trapassato
Che io avessi mangiato
Che io fossi stato mangiato








Condizionale
Presente
Mangerei
Sarei mangiato
Passato
Avrei mangiato
Sarei stato mangiato








Infinito
Presente
Mangiare
Essere mangiato
Passato
Avere mangiato
Essere stato mangiato








Gerundio
Presente
Mangiando
Essendo mangiato
Passato
Avendo mangiato
Essendo stato mangiato

















domenica 14 febbraio 2016

ANALISI POESIA ARANO GIOVANNI PASCOLI

Al campo, dove roggio nel filare 
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare, 

arano: a lente grida, uno le lente 
vacche spinge; altri semina; un ribatte 
le porche con sua marra paziente; 

ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro; 
e il pettirosso: nelle siepi s’ode 
il suo sottil tintinno come d’oro.





Parafrasi
"Buoi al carro" - Giovanni Fattori
Nel campo, dove nel filare qualche foglia di vite ancora splende di color rosso fuoco e la nebbiolina del mattino sembra evaporare dai cespugli, (i contadini) arano: con grida lente un contadino spinge le vacche lente; un altro semina; uno ribatte pazientemente con la zappa le zolle smosse dall'aratro; e il passero sapendo della semina si rallegra in cuor suo e guarda tutto dai rami secchi del gelso; anche il pettirosso (si rallegra): dalle siepi si sente venire il suo canto che sembra un tintinnìo di monete d'oro.


Analisi metrica E' un madrigale, cioè un componimento di origine antica, nato come poesia popolare, di argomento amoroso e di ambientazione campestre, che subì nel tempo molte variazioni sia nello stile che nei contenuti.

Questo madrigale in particolare è composto da due terzine (di endecasillabi) seguiti da una quartina (anch’essa di endecasillabi). Le rime sono incatenate nelle due terzine e alternate nella quartina. Lo schema metrico è:  ABA CBC DEDE.


Figure retoriche
Enjambements: vv. 2-3= "dalle fratte/sembra", vv. 3-4= "fumare, / arano"
Ripetizione: v. 4 "lente grida - lente vacche": la ripetizione della parola "lente" sottolinea la calma, la lentezza del lavoro del contadino. L'idea di un lavoro che si svolge con metodo e serenità è suggerita anche dalla parola "paziente" al v. 6
Ipallage: v. 6= "marra paziente" (trasferisce l'aggettivo paziente, qualità umana del contadino, all'oggetto, la marra, cioè la zappa)
Sinestesia: v. 4= "lente grida" e v. 10= "sottil tintinno"
Ellissi: v. 9= "e il pettirosso" = c'è ellissi del verbo "spia" (anche il pettirosso come il passero spia il lavoro dei contadini dalle siepi)
Onomatopea: v. 10 "tintinno" riproduce foneticamente il suono delle monete
Similitudine=v. 10 "come d'oro"  

Analisi e commento

La poesia fa parte della raccolta "Myricae" e descrive una scena rurale: un campo dove alcuni contadini lavorano la terra, osservati da un passero e da un pettirosso che aspettano di poter beccare i semi rimasti scoperti dalla semina. Il paesaggio è tipicamente autunnale: lo si capisce da quella nebbiolina che sale dai cespugli e, soprattutto, dalle foglie di vite che spiccano per il colore rosso nei filari (colore tipico delle foglie in autunno) e anche dai rami del gelso che sono "irti", cioè spogli.

Ogni gruppo di versi ha un proprio nucleo tematico: nella prima terzina Pascoli descrive il paesaggio utilizzando soprattutto sensazioni visive (roggio, brilla, nebbia, fumare).
Nella seconda terzina invece si concentra sul lavoro dei contadini e, in questo caso, le sensazioni sono più di tipo uditivo (le grida "lente", il rumore della mazza sulla terra). Nella quartina finale Pascoli introduce due nuovi personaggi: il passero e il pettirosso che, dalle rispettive posizioni, attendono pazientemente di poter approfittare della semina. 

Il linguaggio è tipicamente pascoliano, ricco di suggestioni visive e auditive.
La sintassi è semplice, con l'utilizzo di termini ricercati (roggio) e tecnici propri del mondo contadino come "marra" o legati alla botanica (il "moro"per il gelso).

L'impressione generale che si ricava è di profonda malinconia: tutto è grigio, uniforme, avvolto dalla bruma autunnale. Solo pochi tocchi di colore intervengono a spezzare questa monotonia visiva come ad esempio il rosso delle foglie di vite nel primo verso.  Anche il lavoro dei contadini assume un tono cadenzato e monotono, che si ripete sempre uguale: le grida sono lente, il battere la terra è paziente.  Pascoli trasmette l' idea di una natura placida, assonnata dove solo due creature sono vigili e attente, i due uccellini che spiano interessati ciò che accade nel campo.

giovedì 11 febbraio 2016

VITA E OPERE PARINI BREVE RIASSUNTO

Giuseppe Parini nasce in Lombardia nel 1729 da una famiglia di modeste condizioni economiche.
Studia a Milano grazie ad una piccola rendita lasciata da una zia e poi intraprende la carriera ecclesiastica, non per vera vocazione, ma per poter continuare gli studi.
Nel 1751 pubblica una raccolta di poesie, intitolata "Alcune poesie di Ripano Eupilino", ancora improntate ad un classicismo di tipo cinquecentesco (influenza dell'Arcadia).

Nel 1753 entra nell'Accademia dei Trasformati che era il centro culturale più importante della Milano illuministica---> i Trasformati volevano conciliare una cultura di impegno civile (tipicamente illuministica) con la tradizione classica.

Nel 1754 viene ordinato sacerdote e, sempre nello stesso anno, diventa precettore nella famiglia Serbelloni--->qui entra in contatto con l'ambiente nobiliare milanese e con le idee illuministiche francesi. Sono di questo periodo alcune delle sue odi più famose come "La Salubrità dell'aria". "L'Impostura" e "La vita rustica".

Nel 1757 pubblica il poemetto "Dialogo sopra la nobiltà" in cui due defunti, un nobile e un povero poeta, si trovano a dover condividere la stessa tomba.

Nel 1762 si licenzia dai Serbelloni ed entra (sempre come precettore) a casa Imbonati.
Nel frattempo aveva pubblicato anonimi due poemetti satirici in cui criticava l'oziosa nobiltà milanese: "Il Mattino" e "Il Mezzogiorno".

Nel 1768 gli viene affidato l'incarico di direttore della "Gazzetta di Milano", giornale ufficiale del governo austriaco e, nel 1769, ottiene la cattedra di lettere presso le Scuole Palatine.
Quando le scuole Palatine si trasferiscono nell'edificio che ospitava l'Accademia di Belle Arti a Brera Parini entra in contatto con il nascente movimento neoclassico che influenzò la produzione letteraria dei suoi ultimi anni.
Le riforme di Giuseppe II, figlio di Maria Teresa s'Austria, lo delusero moltissimo (soprattutto quelle relative alla cultura) e piano piano Parini smise di partecipare alla vita pubblica e di proseguire quell'impegno civile che aveva contraddistinto tutta la sua vita.
Negli ultimi anni scrisse altre odi come "Alla Musa" e "Il Messaggio" e continuò a lavorare alla stesura del "Vespro" e de "La Notte" (che dovevano essere la continuazione de "Il Giorno"), senza riuscire mai a completarle.
Muore il 15 Agosto del 1799.

martedì 2 febbraio 2016

PARAFRASI S'IO CREDESSE PER MORTE ESSERE SCARCO PETRARCA

S’io credesse per morte essere scarco
del pensiero amoroso che m’atterra,
colle mie mani avrei già posto in terra

4 queste membra noiose, et quello incarco;

ma perch’io temo che sarrebbe un varco
di pianto in pianto, et d’una in altra guerra,
di qua dal passo anchor che mi si serra
 8  mezzo rimango, lasso, et mezzo il varco.

Tempo ben fôra omai d’avere spinto
l’ultimo stral la dispietata corda
11 ne l’altrui sangue già bagnato et tinto;

et io ne prego Amore, et quella sorda
che mi lassò de’ suoi color’ depinto,
14  et di chiamarmi a sé non le ricorda





Parafrasi

Se io pensassi che la morte mi potesse togliere 
il peso di questo amore che mi opprime, 
con le mie mani mi sarei già ucciso e così
avrei anche deposto quel peso;

ma siccome temo che il morire non sarebbe altro
che un passaggio da un pianto ad un altro pianto, 
da una ad un'altra guerra, io resto, povero me,
mezzo di qua e mezzo di là da quel passaggio che per me è chiuso.

Sarebbe ormai tempo che la crudele corda
dell'arco di Amore avesse scoccato in me l'ultima freccia, 
già bagnata e sporca del sangue di altri;

io di questo prego Amore, e prego anche 
quella che non mi ascolta (la Morte) che mi ha quasi ucciso
ma che non si ricorda di chiamarmi a sé. 


Analisi metrica
E' un sonetto (due quartine e due terzine) che rimano ABBA ABBA e CDE DCE.

Figure retoriche
Allitterazione= v.1  della s e della r (s'io, credesse, per, morte essere, scarco)
Metafora= v.4 membra noiose sta per corpo, v.12 la sorda è la morte, perché non ascolta l'invocazione del poeta, è indifferente al suo dolore
Enjambements= nella lirica sono rpesenti vari enjambements, da notare quello ai vv. 7/8 "mi si serra/mezzo rimango" che serve a sottolineare la parola "mezzo" che divide non solo il verso, ma anche la poesia a metà. 

Temi-->suicidio per amore
In questo sonetto ritroviamo il tema di amore e morte, visti entrambi come aguzzini dell'amante infelice: l'amore procura all'uomo un peso insostenibile, un affanno che neppure la morte potrebbe togliere. 
La condizione dell'uomo è vista in modo negativo sia durante la vita che dopo: il pianto, il dolore, la guerra continuerebbero anche dopo. La morte quindi, non sembra in grado di offrire sollievo: se anche il poeta si suicidasse, l'amore per la donna amata sopravviverebbe e così continuerebbero anche il dolore e l'infelicità del poeta.
Nonostante questo, Petrarca invita Amore affinché lo ferisca con la sua freccia spietata, anche se sa che lo farà soffrire come ha già fatto soffrire altri amanti infelici, non può fare a meno di voler provare quel sentimento d'amore.