mercoledì 8 ottobre 2014

PARAFRASI ULISSE E CALIPSO VV. 149-224

Lei, la ninfa potente, va in cerca del grande Odisseo dopo aver sentito il messaggio di Zeus.
Lo trova seduto sulla spiaggia: non aveva mai gli occhi asciutti di lacrime, ma consumava la sua vita sospirando il ritorno a casa perché non gli piaceva più la ninfa. 
Certo la notte, pur non volendolo, le dormiva vicino nella profonda grotta perché lei lo voleva, ma di giorno, seduto fra le rocce e la riva, si straziava il cuore piangendo e gemendo, e guardava lo sterile mare, lasciando scorrere le lacrime. 
Mettendosi al suo fianco la dea luminosa gli dice di non piangere più e di non rovinarsi la vita, che lei lo lascerà partire. Gli dice di tagliare dei tronchi con l'ascia di bronzo e di costruirsi una grande zattera con dei fianchi sui bordi in modo da poter navigare nel mare cupo. Dice che gli darà cibo, acqua e vino rosso affinché non abbia a sentire la fame; lo vestirà di abiti e solleverà per lui il vento affinché possa arrivare incolume nella sua isola, sempre che gli dei vogliano, gli dei che abitano il cielo e che hanno più potere di lei nel volere le cose.
Dopo aver detto questo, Odisseo ha un brivido e le si rivolge dicendole parole leggere, affermando che non è questo che lei vuole veramente, quando lo esorta a partire per mare, che è così pericoloso, con una zattera: neanche navi ben costruite e veloci, che per di più godono del vento favorevole che spira da Zeus, possono attraversare quel mare. Dice anche che lui non salirà su quella zattera contro la volontà della dea, a meno che lei non faccia un giuramento solenne di non compiere altre azioni malvagie a suo danno.
Così dice Odisseo e Calispo sorride, dea luminosa, e lo accarezza con la mano dicendogli che è proprio un furfante e che non è per niente stupido visto che le ha fatto un discorso simile. Quindi si impegna nel giuramento e chiama a testimoni la terra e il grande cielo e il fiume Stige che lei non sta pensando ad altre azioni cattive a danno di Odisseo. Piuttosto, dice che penserà e desidererà per lui ciò che anche lei vorrebbe se si trovasse nelle sue condizioni, perché anche lei ha pensieri corretti e non ha un animo così duro, ma sentimenti di pietà.

Dopo aver detto questo, la dea luminosa, lo guida nella grotta. Lì Odisseo si siede dove poco prima si era alzato Hermes, Calipso gli offre ogni tipo di cibo e bevande. Anche lei si siede di fronte e a lui e le ancelle portano ambrosia e nettare. I due mangiano e quando si sentono sazi Calipso inizia a parlare, dicendo a Odisseo, figlio di Laerte e uomo molto astuto, che lui vuole partire subito per tornare a casa, in patria, e per questo è giusto che lui si rallegri. Ma Odisseo non sa quante pene e quanti pericoli dovrà attraversare prima di arrivare a casa, mentre se restasse con lei diventerebbe immortale, anche se gli rimarrebbe il desiderio di rivedere la moglie, cosa che gli capita ogni giorno. Continua dicendo di non sentirsi inferiore alla moglie di Odisseo, perché comunque le dee non possono gareggiare con le donne mortali riguardo alla bellezza e all'aspetto fisico.
Allora le risponde il furbo Odisseo di non arrabbiarsi per questo: lui lo sa bene che Penelope è meno bella di lei, anche perché Penelope è una mortale mentre lei è immortale e non ha addosso i segni della vecchiaia. Eppure, anche così, lui la desidera e vuole tornare a casa e che venga finalmente il giorno del ritorno. Anche se un dio lo facesse naufragare nel mare scuro e pericoloso, lui saprà sopportare, perché ha un animo paziente e già altre volte ha sopportato tante altre sventure sia in guerra che per mare e saprà sopportare anche questa.



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