martedì 24 dicembre 2013

mercoledì 18 dicembre 2013

COMMENTO CANTO 26 ULISSE

Una prima cosa che va detta sulla collocazione di Ulisse nelle Malebolge è che la sua anima non si trova qui per il suo viaggio oltre le colonne d'Ercole, ma per gli inganni che, insieme a Diomede, aveva architettato (furto del Palladio, il raggiro di Achille, il cavallo di Troia). Infatti Dante non vuole sapere perché è dannato, ma dove andò a morire perché, per tutti, questo restava ancora un grande mistero.
Un'altra cosa che colpisce, in questo canto, è che l'interlocutore (cioè colui che parla con le anime dei dannati) è Virgilio e non Dante, come avviene di solito.
Virgilio rappresenta, per l'età medioevale e per Dante stesso, la guida più autorevole che potesse esserci, sia per i suoi meriti letterari ed umani, sia perché incarnava il limite, seppur altissimo, cui poteva arrivare l'intelletto umano in quell'epoca.
Virgilio, cioè colui che ha accettato il limite della conoscenza, si trova ora a parlare con Ulisse che, invece, quel limite ha voluto superarlo andando incontro alla morte.
Dante utilizza la parola "volo" per esprimere il carattere dell'impresa di Ulisse, tanto ardita da poter essere paragonata ad un volo (cosa impensabile nel 300!), mentre l'aggettivo che sceglie per accompagnarla, cioè "folle", ci lascia intendere la condanna di quell'ardire da parte dell'autore della Commedia.
C'è, nelle parole di Dante, un'idea di eccesso, di "andare oltre" senza tener conto dei limiti e dei divieti, un'idea che troppa fiducia nel proprio ingegno non possa portare che al fallimento (come in effetti accadrà ad Ulisse).
La fiammella, dentro cui si trova il grande eroe omerico, il suo guizzante tremolìo e il suo tendere, naturalmente, verso l'alto rappresentano proprio la mortificazione dei desideri di Ulisse: egli resterà per sempre in questa sorta di "gabbia" e con lui vi rimarrà quella tensione, quella volontà di elevarsi e andare sempre oltre.
La differenza sostanziale fra l'Ulisse omerico e quello dantesco sta proprio in questo desiderio di conoscere: mentre Omero ci presenta un uomo-eroe che, pago di una vita avventurosa, ritorna ad Itaca e vi si ferma, Dante ci racconta di un Ulisse capace di lasciarsi tutto alle spalle, il proprio regno e gli affetti più cari, pur di seguire la propria vocazione. Egli abbandona il mondo conosciuto per avventurarsi in un mare aperto, tutto da scoprire, mai visto prima da altri occhi umani. Per far questo, Ulisse ha bisogno di un piccolo discorso da tenere ai suoi compagni (ormai tanto vicini da essere come "frati", fratelli, per lui): ad essi ricorda la brevità della vita e il suo fine ultimo e più importante, quello di raggiungere la conoscenza a qualunque costo. Ulisse ha una fiducia illimitata nelle proprie possibilità, supera le colonne di Ercole (che rappresentano, appunto, il limite umano della conoscenza) e va incontro alla sua tragedia: il mare inghiotte la nave ed Ulisse, insieme ai suoi compagni, viene punito con la morte per la sua terribile violazione----> il naufragio rappresenta quindi la riaffermazione di quei limiti non violabili, è un avviso per l'umanità intera a non abusare troppo del proprio ingegno.
Il Dante cristiano, quindi, condanna sì, fortemente, l'insaziabile desiderio di conoscenza dell'eroe greco, condanna il suo non aver compreso i limiti entro cui contenere questo desiderio, ma non può fare a meno di celebrarne il coraggio e di lasciarci intendere la grande ammirazione che prova per lui a livello umano.

martedì 17 dicembre 2013

ESERCIZIO SULLA DOPPIA NEGAZIONE IN INGLESE

Test sulla doppia negazione

Test sulla doppia negazione

 

BREVE RIASSUNTO SCANDINAVIA

La Scandinavia è una regione geografica dell'Europa settentrionale costituita, per la maggior parte, dalla penisola scandinava che è la più vasta d'Europa e si estende dal circolo polare artico fino alle coste del Mare del Nord e del Mar Baltico. Per alcuni la Scandinavia comprende solo tre nazioni (Norvegia, Svezia e una parte della Finlandia), mentre altri studiosi sono propensi ad includervi anche altri paesi, tipo Danimarca, Islanda e Isole Faroer,  per la comune origine vichinga di questi popoli e per una "vicinanza" di tipo linguistico e culturale.

Il differente sviluppo montuoso sul lato
occidentale e orientale della penisola
Monti
I Monti Scandinavi (o Scandi) - catena montuosa formatasi nel paleozoico, durante l'orogenesi caledoniana- costituiscono l'ossatura della Scandinavia e segnano il confine tra Svezia e Norvegia---> sul lato occidentale questi monti degradano rapidamente verso il mare formando i famosi "fiordi" norvegesi, mentre sul lato nord-orientale terminano più dolcemente, prima in una fascia collinare e poi in pianure costiere, che diventano più ampie in Finlandia. I Monti Scandinavi non presentano cime particolarmente elevate, se pensiamo che il monte più alto misura circa 2500 mt (monte Galdhoppingen, 2469mt)

Territorio
Il territorio, fortemente segnato dalle glaciazioni, presenta numerosi corsi d'acqua e bacini idrici, grandi e piccoli. In Scandinavia si trova anche il ghiacciaio più grande d'Europa, lo Jostedalbreen, che misura circa 487km quadrati.


Clima
Il clima varia abbastanza da nord a sud, anche se può essere definito generalmente freddo, ma mentre a sud (Danimarca, coste della Norvegia e della Svezia) è un tipico clima continentale, a nord gli inverni sono lunghi e molto rigidi (si raggiungono temperature anche di -65°), mentre le estati sono brevi e fresche.

Una piattaforma petrolifera a Bergen, in Norvegia
Economia
La regione è ricca di legname, ferro e rame.
I terreni più fertili, e che quindi vengono sfruttati per l'agricoltura, si trovano soprattutto nel sud della Svezia dove si coltivano cereali, patate e ortaggi. Ben sviluppati anche l'allevamento (bovini, ovini  e renne) e la pesca. Oltre a ciò, al largo delle coste della Norvegia, è attivo lo sfruttamento di petrolio e gas naturale.

PARAFRASI INFERNO CANTO 26 ULISSE

Parafrasi del canto 26 dell'Inferno di Dante, dai vv. 76 a 142

Dante e Virgilio si trovano all'inizio dell'ottavo cerchio che prende il nome di Malebolge perché formato da 10 buche (bolge) di forma circolare dove si trovano i fraudolenti e gli ingannatori, cioè coloro che servendosi dell'eloquenza ne fecero strumento di inganno. Nell'ottava bolgia, ci sono un'infinità di fiamme, ognuna delle quali contiene l'anima di un dannato. Ma l'attenzione di Dante è attirata da una fiamma che ha una doppia punta. Virgilio allora lo informa che in quella fiamma bruciano due anime: quella di Ulisse e quella di Diomede e, assecondando il desiderio di Dante, rivolge la parola ai due mitici personaggi.

Parafrasi vv. 76-142
Dopo che la fiamma fu venuta vicino a noi, lì dove alla mia guida parve il momento e il luogo adatto, io lo udii parlare in questo modo: "O voi che siete in due dentro una sola fiamma, se io ho qualche merito presso di voi, piccolo o grande che sia, quando scrissi i versi dell'Eneide, non vi muovete, ma uno di voi due mi dica dove è andato a morire dopo aver perso la via.

La punta più alta di quella antica fiamma iniziò allora a piegarsi, mormorando come se fosse agitata da un forte vento, quindi muovendo la punta in qua e in là, come fosse una lingua che sta parlando, fece uscire la voce e disse:

"Quando me ne andai da Circe, che mi tenne con lei, vicino a Gaeta - prima che Enea la chiamasse così -, per più di un anno, ne' la tenerezza verso mio figlio, ne' la pietà per il mio vecchio padre, ne' il sentimento di fedeltà che doveva far felice mia moglie, poterono vincere il fuoco che avevo dentro di conoscere il mondo e gli uomini, con le loro debolezze e le loro virtù.

Me ne andai per mare con una barca soltanto e con quei pochi compagni che non mi avevano abbandonato.
Alla fine giunsi sulle coste della Spagna, del Marocco, della Sardegna e su tutte le coste bagnate dal mare (Mediterraneo). Io e i miei compagni eravamo ormai vecchi e lenti quando arrivammo allo stretto dove Ercole segnò i limiti oltre i quali l'uomo non doveva avventurarsi (--->sono le colonne di Ercole), sul lato destro avevo superato Siviglia e sulla sinistra Ceuta.

"O fratelli - dissi - che attraverso cento pericoli siete arrivati al limite occidentale del mondo, ormai ci resta solo un po' di vita, non negatevi l'esperienza di esplorare questo mondo disabitato seguendo la direzione del sole, verso Occidente. Pensate alla vostra origine: non siete nati per vivere come bruti, ma per perseguire la virtù e la conoscenza."

Le mie parole resero i miei compagni così entusiasti di partire che a malapena, dopo, avrei potuto trattenerli; quindi, girata la poppa verso oriente, trasformammo i remi in ali per il nostro folle volo, sempre avanzando sul lato sinistro. La notte, ormai, ci mostrava tutte le stelle del polo antartico, mentre quelle del nostro (polo) erano tanto basse che non apparivano oltre la linea dell'orizzonte.

Da quando eravamo entrato nel difficile passaggio (le colonne di Ercole) l'emisfero inferiore della luna si era acceso e spento per cinque volte (erano passati 5 mesi): allora ci apparve una montagna che, per la distanza, sembrava scura e tanto alta come non ne avevo mai visto. A quella visione ci rallegrammo, ma subito la gioia si trasformò in pianto: da quella terra si alzò un turbine che sballottò la nave. Per tre volte la fece girare su se' stessa, alla quarta fece alzare la poppa e sprofondare la prua, e ci inabissammo come Dio volle.



venerdì 13 dicembre 2013

ANALISI PERSONAGGIO TELEMACO

Telemaco a colloquio con Atena
(sotto  le sembianze di Mente,
vecchio amico di Ulisse)
Telemaco, unico figlio di Ulisse e Penelope, è ancora bambino quando il padre parte per andare a combattere a Troia. Inizialmente, non comprende le reali intenzioni dei Proci ma, nel momento in cui ha inizio l'Odissea, il ragazzo è ormai cresciuto: ha vent'anni e, pur essendo desideroso di proteggere sua madre, è ancora  rassegnato e  impotente di fronte alla devastazione che i pretendenti stanno perpetrando in casa sua.  
L'incontro con Atena, nel Libro 1 del poema, lo aiuta a cambiare le cose: sotto consiglio della dea, infatti, riunisce l'assemblea e denuncia pubblicamente il comportamento dei Proci. Poi, sempre sotto la guida di Atena, parte per il suo viaggio alla ricerca del padre---> la cosiddetta Telemachia che occupa i primi 4 libri dell'Odissea. 
La conoscenza di paesi lontani, l'incontro con genti diverse, l'esperienza lontano da casa maturano il ragazzo che, al ritorno, è ormai un uomo a tutti gli effetti: pronto a combattere attivamente per difendere la propria casa e l'onore della madre, egli attenderà il ritorno del padre e gli sarà a fianco nella battaglia finale. 
Telemaco assomiglia ad Ulisse, anche se, forse, non possiede tutti quei tratti che caratterizzano il grande eroe omerico: Telemaco è meno sciolto nell'eloquio, ha un'indole più tranquilla e commette qualche errore di troppo (nel libro 22 lascia aperto un deposito di armi di cui si impossessano i Proci), ma è comunque sulla buona strada per ricalcare le orme del padre. Ce lo indica l'episodio dell'arco, nella scena finale: il ragazzo riesce quasi a tenderlo e, pur non riuscendovi, si capisce che presto sarà in grado di farlo, così come saprà essere il degno figlio di Ulisse. 
Telemaco è la prima figura adolescenziale descritta dalla poesia greca.
Nel poema, egli rappresenta la continuità: Ulisse e Penelope sono vicini al tramonto della loro vita e il giovane pare incarnare il futuro, la vita che riprende, anche dopo la scomparsa delle grandi figure che hanno caratterizzato la storia di Itaca.
Omero ci presenta il carattere di questo giovane e la sua formazione anche per sottolineare il fine educativo della sua poesia: così come gli insegnamenti e i saggi consigli ricevuti dagli anziani hanno portato Telemaco a crescere e ad essere pronto per la vita, così la poesia, portatrice di ideali e valori,  potrà essere d'insegnamento agli uomini. 



giovedì 12 dicembre 2013

SCHEMA SUI LUOGHI DEI PROMESSI SPOSI

Capitoli

 

Capitoli

1-8

Paese sul ramo orientale del lago di Como (il nome non viene mai citato dal Manzoni)

5

Lecco (Renzo si reca allo studio dell’ Azzecca-garbugli)

9

Monza (Lucia viene accolta dalla Gertrude)

11

Milano (Renzo viene arrestato dopo i tumulti)

17

Bergamo (dove Renzo conclude la sua fuga da Milano)

27

Milano (Lucia è ospite di donna Prassede ) – Poi tornano nel paese natìo

38

Dopo il matrimonio Renzo, Lucia e Agnese si trasferiscono nel Bergamasco dove Renzo acquista un filatoio

 

mercoledì 11 dicembre 2013

VERIFICA GEOGRAFIA ECONOMICA

Test geografia economica

Test geografia economica